giovedì 22 maggio 2014

IL POPULISMO E’ QUELLO CHE SI DICE?


Da Wikipedia
Il largo uso che i politici e i media fanno del termine "populismo" ha contribuito a diffonderne un’accezione fondamentalmente priva di significato: è rilevabile infatti la tendenza a definire "populisti" attori politici dal linguaggio poco ortodosso e aggressivo i quali demonizzano le élite ed esaltano "il popolo"; così come è evidente che la parola viene usata tra avversari per denigrarsi a vicenda – in questo caso si può dire che "populismo" viene talvolta considerato dai politici quasi come un sinonimo di "demagogia".
La definizione di "populismo" data dal vocabolario Treccani è "...atteggiamento ideologico che, sulla base di principî e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi.
Ma veniamo al significato di demagogia:
Demagogia è un termine di origine greca (composto di demos, "popolo", e agein, "trascinare") che indica un comportamento politico che attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo mira ad accaparrarsi il suo favore. 
Ma allora scusate! Anche Berlusconi è populista. Anche Renzi è populista. Sono tutti populisti!
Personalmente, non concordo con tutte queste definizioni. Credo proprio che il popolo sia depositario di valori positivi ed è il finalizzatore, nonché fruitore, di tutti i beni che un paese produce. Si parla del popolo in termini negativi. Perché tutto quello che va in direzione del popolo viene etichettato erroneamente come populista? Non vi sembra una visione un po’ distorta della realtà dei fatti? A mio avviso il termine “populista” è stato creato ad arte dalla politica quale attenuante contro i continui fallimenti che hanno caratterizzato gli ultimi decenni. Una sorta di paracadute al quale attaccarsi e da aprire nei momenti di palese difficoltà. Una distorsione della realtà da condurre a proprio piacimento.

La verità è che i burocrati ed i finanzieri vogliono confinare il popolo nei propri problemi allontanandolo dalla democrazia e dalla partecipazione attiva. Se l’Europa vuole cambiare deve modificare il proprio DNA infetto e malato di finanza e poteri forti.

venerdì 16 maggio 2014

GLI UMORI POLITICI DELLA RETE


In tema di gradimenti politici anche la rete dice la propria. Ho condotto una personale e semplicissima indagine che attribuisce il livello di gradimento dei vari politici e/o rappresentanti di movimenti italiani all’interno del noto social network “facebook”. Eccola qui rappresentata:

01)   BEPPE GRILLO CON IL 49,91 %.
02)   MATTEO RENZI CON IL 20,69%.
03)   SILVIO BERLUSCONI CON IL 19,63%.
04)   ANGELINO ALFANO CON IL 3,75%.
05)   MATTEO SALVINI CON IL 3,03%.
06)   MARIO MONTI CON IL 2,98%.
Staccati tutti gli altri leader politici.

Il tasso di partecipazione da parte degli internauti all’interno delle rispettive pagine di gradimento è il seguente:

01)   MATTEO SALVINI CON IL 45,15% (44.171 ne parlano).
02)   BEPPE GRILLO CON IL 24,7% (400.813 ne parlano).
03)   MATTEO RENZI CON IL 13,62% (90.995 ne parlano).
04)   SILVIO BERLUSCONI CON IL 7,05% (44.727 ne parlano).
05)   ANGELINO ALFANO CON IL 3,85% (4.661 ne parlano).
06)   MARIO MONTI CON IL 0,15% (149 ne parlano).

Il tasso di partecipazione in percentuale rispetto alla collettività (585.516) delle discussioni è il seguente:

01)   BEPPE GRILLO CON IL 68,45%.
02)   MATTEO RENZI CON IL 15,54%.
03)   SILVIO BERLUSCONI CON IL 7,64%.
04)   MATTEO SALVINI CON IL 7,54%.
05)   ANGELINO ALFANO CON IL 0,80%.
06)   MARIO MONTI CON IL 0,03%.


lunedì 28 aprile 2014

PRECARI SENZA PENSIONE


Tutti coloro i quali lavorano con contratti a termine o con contratti di natura similare sono comunque tenuti al versamento di contributi previdenziali. Detti contributi vengono raccolti durante la vita lavorativa e alla fine concorrono alla determinazione della pensione. Della pensione??? Ma quale pensione??? Facciamo l’ipotesi che durante l’arco della sua esistenza una persona lavori complessivamente per 14 anni. Ebbene, non percepirà alcuna pensione. E secondo voi dove andranno a finire i contributi che il soggetto in questione ha faticosamente versato magari dopo tanti contratti a tempo determinato (solitamente dalla durata da 1 mese a 6 mesi)??? Andranno a pagare le pensioni altrui. E questo secondo voi è un modo democratico di gestire la questione??? La risposta è palese a tutti quanti voi cari lettori … NO.
Qualcuno dirà che è possibile fare dei versamenti di tipo volontario. Si è possibile, ma a quale costo per il lavoratore? E poi versare 11 anni di contributi per percepire uno straccio di pensione minima? E poi come accedere alla pensione complementare che comporta dei versamenti puntuali scadenzati nell’anno? Quale garanzia ha un precario per poterli versare se i propri contratti sono di breve scadenza (quando ci sono)?
La mia proposta è la seguente. Si tratta, a mio modesto avviso, di una soluzione equa. L’Inps dovrebbe restituire al lavoratore quantomeno le somme versate (maggiorate degli interessi legali) al legittimo possessore utilizzando una delle seguenti formule:
1)      una tantum da restituire al raggiungimento dell’età pensionabile;
2)      importo delle somme versate per rimpinguare l’assegno sociale.
In tutti i casi, qualunque soluzione andrebbe bene se in direzione della restituzione delle somme trattenute dall’Istituto Previdenziale.
Proporrei che qualcuno prendesse in carico detta proposta che potrebbe comunque rappresentare un piccolo sollievo per i numerosi precari in circolazione sul territorio nazionale.
Ultima considerazione che poi è una domanda. Perché il PD, autore del famoso JOBS ACT non ha incrementato le forme di garanzia a tutela dei lavoratori precari dato che i nuovi provvedimenti vanno in direzione dell’aumento dello stato di precarietà???
Mi rendo conto di non ricevere alcuna risposta in tal senso. Però credo che in questo Paese manchi la volontà di aiutare coloro che sono in difficoltà anche con provvedimenti apparentemente semplici e forse scontati come quello di cui nel presente articolo.

La verità è che il precario non fa gola a nessuno. Non è, cioè, materia di interesse per chi sta al potere.

giovedì 17 aprile 2014

WHATS THE JOBS ACT


I famosi provvedimenti sul lavoro dove sono? Milioni di giovani italiani languono in attesa di una occupazione. Aspetta e spera! In effetti piuttosto che attendere delle soluzioni dal governo centrale sarebbe meglio darsi una “mossa” per conto proprio. Questa non vuole essere affatto una critica rivolta ai giovani disoccupati, bensì un atto motivazionale affinché talentuosi ragazzi possano finalmente dimostrare (prima a se stessi e poi agli altri) il proprio valore. E’ un vero peccato che tante conoscenze non possano essere immesse nel circuito lavoro. Potrebbero migliorare la società odierna, non soltanto dal punto di vista tecnologico, ma anche dal punto di vista ideologico. L’immissione di nuove idee, unite ad una partecipazione emotiva, è senza dubbio alcuno una delle soluzioni all’assenza di innovazione tecnologico-culturale. Cooperative di intellettuali con spiccate propensioni naturali (ma dal senso pratico) potrebbero suscitare una ulteriore serie di dubbi tra le tante incertezze, ma inavvertitamente, dare delle risposte concrete in un mare di tanta approssimazione e di forte scetticismo. Dal punto filosofico non fa assolutamente una grinza. L’attuale governo non possiede i requisiti affinché gli under trenta possano trovare spazio all’interno di aziende, né tantomeno all’interno delle strutture pubbliche. I concorsi, com’è oramai noto da tempo, sono in netta diminuzione rispetto ai decenni precedenti. Il famoso Jobs Act, tanto per scopiazzare gli americani, non ha nulla cui riferirsi rispetto ai provvedimenti utilizzati negli USA; tutt’altra storia. Forse credono che parlando inglese, gli italiani siano talmente stupidi, da non capire il significato di un documento atto a creare maggiore instabilità dei posti di lavoro? Il messaggio, signori miei, è chiaro! Siete giovani? andatevene dall’Italia, perché se aspettate un nostro serio provvedimento state freschi! La voce della verità, a volte, fa breccia nei cuori delle persone. Ma tornando al discorso iniziale il punto è questo. Non c’è lavoro? Inventalo! All’Estero tanti ragazzi utilizzano la propria creatività, grazie soprattutto al supporto di internet e delle proprie conoscenze informatiche. Sfruttano la propria passione e la mettono a disposizione degli eventuali fruitori (siano essi clienti e/o collaboratori). E’ chiaro che non a tutti va bene, ma quantomeno ci provano. Mi viene in mente un ragazzo australiano (di cui non ricordo il nome) che annualmente riesce a guadagnare circa 300 mila dollari. Il tutto attraverso il proprio blog. Prima di abbandonare il Belpaese proviamo tutti insieme a dare il meglio di noi per poi non avere rimpianti.

giovedì 10 aprile 2014

ETICA E COERENZA


Una considerazione di tipo etico-morale andrebbe fatta. Partendo dal fatto che i media: giornali, tv, radio, talk show e quant’altro spalleggiano in modo palese (oserei dire spudorato) Renzi, mi chiedo chi rappresenti la vera opposizione in Parlamento. La risposta è altrettanto nota, e cioè il Movimento Cinque Stelle. Ebbene, il sig. Presidente del Consiglio non fa altro che accodarsi ai suoi predecessori. Devo fare l’elenco? Non credo serva. Oramai è palese anche quello! Promesse, promesse, promesse, e neppure da marinaio (altrimenti i due marò sarebbero liberi). Promesse che non trovano riscontro nella realtà. E’ proprio di ieri la notizia che le celeberrime detrazioni d’imposta per il coniuge a carico verranno abolite. Eppure in tv nessuno ne parla. Soltanto la rete che da ieri ha preso d’assalto internet e twitter in modo particolare. Se non fosse stato per una “cittadina” presente in Parlamento, nessuno ne sarebbe venuto a conoscenza. Nel silenzio totale dei media che assecondano appieno il Governo si stanno per consumare “crimini” nei confronti dei cittadini italiani, che, non più ignari, finalmente riescono a sapere ciò che avviene in quella “scatoletta” chiusa in se stessa. In tutto questo dove sta la considerazione etico-morale? Eccola servita su di un piatto d’argento. NON E’ ETICO, NON E’ MORALE PRENDERE IN GIRO GLI ITALIANI. NON E’ ETICO, NON E’ MORALE, approfittare di un seguito mediatico senza avere una contrapposizione netta, un dialogo, un confronto diretto (anche a livello mediatico). “Chi è contro di me non ha capito nulla. E’ contro l’innovazione, contro il progresso della democrazia!”. Il sig. Renzi parla parla parla. Guai andargli contro perché altrimenti si viene tacciati di conservatorismo. Ma se le riforme sono del tutto sconclusionate, se le stesse sono state discusse in secrete stanze, senza alcun contraddittorio cosa si aspettava il sig. Renzi? NON E’ ETICO, NON E’ MORALE concedere ottanta euro per poi prenderne sessantacinque dall’altra parte. Occorre pulizia etica, pulizia morale, ma soprattutto, occorre coerenza quella che nessun partito possiede al proprio interno. E la gente che si svegli finalmente dal torpore che la circonda. Guardi in faccia la realtà e la faccia propria nel momento opportuno. Basta fare sconti alla politica!

lunedì 7 aprile 2014

AZIENDE CHE ABBANDONANO L'ITALIA


Prendo spunto dall’interessantissima inchiesta condotta da un giornalista di LA7 de “La Gabbia” andata in onda ieri sera e relativa ai finanziamenti che aziende italiane hanno ricevuto al fine di portare le proprie attività all’estero. E’ davvero scandaloso che questo sia avvenuto grazie ai fondi raccolti dalla Cassa Depositi e Prestiti. Fondi che derivano dai risparmiatori italiani tramite i loro libretti postali. Io non credo affatto che i nostri concittadini siano felici di contribuire indirettamente alla esternalizzazione delle imprese sapendo che ci sono 9 milioni di disoccupati in Italia. Non credo affatto siano felici di contribuire allo sfascio occupazionale creato da una classe dirigente e politica inetta. Nello specifico queste aziende licenziano i propri lavoratori italiani per assumerne altrettanti nel paese di destinazione. Questo perché costano meno riuscendo ad abbattere notevolmente i costi di produzione. Ieri sera, non ho nascosto la mia rabbia nel sentire ciò che avviene nel silenzio quasi totale della stampa. E allora mi chiedo quante cose accadono a nostra insaputa??? Se non fosse per le inchieste condotte da giornalisti efficienti (pochissimi a dire il vero) che fanno emergere gli scandali parlamentari non saremmo mai a conoscenza di niente che non possa farci incazzare. Altra affermazione choc! Ai dipendenti della Micron (ingegneri altamente specializzati nella produzione di memorie informatiche) è stato detto: “trasferitevi all’Estero”. E sapete chi ha risposto loro in questo modo??? Il Ministro dello Sviluppo Economico. Assurdo!!! La Micron ha proposto loro di trasferirsi negli USA, come se fosse una passeggiata. Non vedo il motivo per cui questi lavoratori specializzati (risorse importanti del nostro Paese) debbano trasferirsi in un altro luogo per poter lavorare. Assurdo!!! Un’azienda, la Micron, che tra l’altro registra un ottimo fatturato e che, quindi, gode di buona salute. Parliamo di oltre 400 dipendenti che lo Stato Italiano dovrebbe tutelare e garantire. E invece risponde loro di andarsene, di portare all’estero la propria competenza e la propria professionalità. Questo è il governo di un uomo che promette promette promette e non mantiene. Un uomo che fugge davanti alle domande  scomode e che ha come l’obiettivo di esternalizzare le aziende italiane? Forse questo modo di operare è stato inserito nel Jobs act? Davanti a tutto questo si rimane semplicemente sconcertati. Povera Italia e poveri italiani.

giovedì 3 aprile 2014

DISOCCUPAZIONE NEL MONDO


Mentre il Giappone presenta solo il 3,7% di disoccupazione, la cosa sorprendente sta nel fatto che i paesi dell’area Euro, i cosiddetti paesi industrializzati, mostrano dei livelli allarmanti di disoccupazione.  La zona Euro ha quasi il 12% di disoccupati (il doppio del Cile e 3 volte il Giappone). La politica disfattista europea, evidentemente, ha ben contribuito alla mancata crescita dei posti di lavoro. Si è troppo badato alla austerità e poco alla produttività e al progresso. Nonostante la grave situazione greca, quest’ultima registra lo 0,52% in meno di disoccupazione (fanalino di coda con oltre il 27% di inoccupati insieme alla Spagna), esistono in Europa paesi virtuosi come quelli scandinavi. In realtà è la Norvegia la nazione con la disoccupazione più bassa al mondo, con solo il 3,6% di inoccupati. Meno tasse e meno Stato è stata la svolta di Oslo. Non una svolta verso uno Stato minimo, ma verso uno Stato leggero, verrebbe da dire low cost, cioè in linea con i desideri dei contribuenti-elettori.
Prendo spunto dall’analisi di Edoardo Narduzzi uscita sul quotidiano Italia Oggi.



Dopo otto anni di socialdemocrazia la Norvegia, unico paese tra quelli Ocse a non avere neppure un centesimo di debito pubblico, sceglie di essere uno dei leader del riformismo globale di questo inizio di ventunesimo secolo. La maggioranza degli elettori affida al premier, Erna Solberg, un programma di riforme che sarebbero state, non solo utopiche, ma perfino criminogene se proposte in Scandinavia nel secondo Novecento. Meno tasse e riduzione importante della pressione fiscale, privatizzazioni delle imprese pubbliche, dismissione di parte del patrimonio del fondo sovrano che ha accumulato ben 750 miliardi di euro, rivisitazione della presenza pubblica nell’organizzazione dell’offerta dei servizi del cosiddetto welfare state. Per un paese che, di fatto, non ha inflazione (l’1%), che convive con una disoccupazione minima del 3%, che non ha problemi di sostenibilità del sistema previdenziale grazie ai ricchi e continuativi proventi del petrolio e che vanta una qualità media di vita da primato per le varie classifiche internazionali in materia. La svolta programmatica lancia un segnale che va ben oltre Oslo e impatta tutti i paesi occidentali, quelli che un tempo venivano classificati come economie avanzate, costretti a fare i conti con la globalizzazione.
La maggioranza degli elettori norvegesi, i più patrimonializzati al mondo quindi anche quelli teoricamente meno preoccupati dal cambiamento, si è pronunciata in favore di riforme che modifichino, non superficialmente, gli equilibri del ’900 tra uno Stato che fa troppo e un privato che deve pagare troppe tasse per mantenerlo e conserva troppo poco per investire su se stesso per restare competitivo nella globalizzazione.
La politica norvegese, dedita all’occupazione ed al benessere dei propri cittadini dovrebbe rappresentare un esempio pratico per i governanti del mondo, e non solo per quelli dell’area euro. Perché nessuno trae spunto dalle riforme norvegesi? Perché risultano essere scomode? Forse le risposte ci sono, però mancano gli interpreti che diano voce alle stesse.


giovedì 27 marzo 2014

LA POLITICA DEL “TOGLI E METTI”


E’ di questi giorni il dibattito nelle aule parlamentari relativo all’eliminazione delle province. Parto proprio da qui, perché è l’esempio lampante del modo di fare politica oggi. “Eliminerò le province” ha detto l’attuale Presidente del Consiglio “… ma in compenso mischierò le carte in tavola aumentando nel complesso il numero di poltrone e, quindi, i costi della politica” aggiungerei io. Il punto è questo! Si fanno facili proclami alla faccia degli italiani. Un giornalista attento dovrebbe, però, chiedere: “intende eliminare le province e poi? Cosa seguirà? Chi curerà determinati ambiti? Come intende ricollocare i dipendenti pubblici interessati da detto provvedimento?”. Come vedete c’è un seguito al quale NESSUNO darà una spiegazione. Tutti interrogativi, forse scomodi, troppo incalzanti che non vengono rivolti ai protagonisti di qualsiasi governo; men che meno a quello attuale. “Intende eliminare le province per poi creare nuovi enti pubblici locali? Intende sostituirle con apparati simili?”. Perché non sento mai rivolgere queste domande??? In buona sostanza. Sostituire una cosa con un’altra non vuol dire eliminarla. Un po’ come i finanziamenti pubblici ai partiti. In realtà verranno incrementati sotto altra forma. Diciamola tutta. Questa è la politica del “togli e metti”. Togli l’ICI e metti l’IMU. “Però io sono stato di parola! Nessuno può rimproverarmi del fatto che non abbia mantenuto gli impegni presi con gli italiani”, avrebbe detto qualsiasi politico protagonista del “passaggio”. Ma signori miei così è troppo facile prendere per i fondelli gli italiani. Quando si mischiano le carte in tavola è facile confondere spettatori e attori del gioco. Ci fosse uno, un solo politico che abbia mai affermato: “toglieremo l’ICI, ma in compenso, non creeremo alcuna forma di tassazione similare e/o compensativa. Toglieremo l’ICI punto”.  E state bene attenti che non sentirete MAI nessun politico esclamare detta affermazione. Ovviamente ho preso l’ICI come esempio. Esistono tanti casi calzanti nella storia. Per utilizzare una metafora che mi viene in mente proprio adesso. Se una persona  deve darmi cinquanta euro fa poca differenza se me li da interi o a pezzi da dieci, l’importante è che me li dia. Credo che questo esempio semplifichi ulteriormente il concetto che voglio trasferire a voi cari lettori. Sta di fatto che a pagare siano sempre gli stessi, il popolo italiano, che da sovrano diviene sempre più un suddito da raggirare grazie alle armi della “disinformazione di massa”, come qualcuno di noto bene afferma.

domenica 23 marzo 2014

PRESENZE ALLA CAMERA


Ho condotto una personale ricerca relativa alle presenze parlamentari presso la Camera dei Deputati. Da precisare che  I dati sulle presenze si riferiscono alle votazioni elettroniche che si svolgono alla Camera dall'inizio della legislatura. Le presenze dunque non si riferiscono a tutte le possibili attività parlamentari (lavori preparatori nelle Commissioni) ma solo al totale delle presenze nelle votazioni elettroniche in Aula. Il Movimento Cinque Stelle risulta essere in testa alle presenze parlamentari alla camera con una percentuale pari all’80,76%. Al secondo posto il PD con una percentuale del 77,42 e sul gradino più basso del podio la Lega Nord con una percentuale del 77,26. Al quarto posto troviamo SEL con una percentuale pari al 73,71; staccati tutti gli altri. La maglia “nera” delle presenze tocca al Nuovo Centro Destra con presenze pari al 46,69. Per quanto riguarda il “virtuosismo” di tipo personale nell’elenco seguente i deputati che hanno registrato una presenza del 100 %. Quasi tutti del PD:

FONTANA CINZIA (PD)
GUERINI GIUSEPPE (PD)
IANNUZZI TINO (PD)
TOTARO ACHILLE (FDL)

lunedì 17 marzo 2014

LAVORO


Quotidianamente ne leggo di tutti i colori. Promesse di carriera e di guadagni esorbitanti. In realtà sono tutte bufale. La verità è che non esiste più un lavoro serio. Aldilà del periodo di contratto, nella maggior parte dei casi, si tratta di lavori a percentuale, vendita porta a porta e, in molti casi raggiri. Conosco di persone che hanno dato l'anima per riuscire in un determinato lavoro per poi ritrovarsi un pugno di mosche in mano. Internet é pieno di pareri ed opinioni relativi alla validità o meno di una proposta lavorativa. Fantomatiche società adescano ragazzi e ragazze attraverso il tranello della ricchezza. Inoltre, il più delle volte, per telefono promettono una qualifica gratificante, quando in realtà si tratta di ben altro. Il consiglio che mi sento di dare a coloro che cercano lavoro, quello di verificare la validità dell'azienda, ovvero i feedback che potete trovare on line. Ragazzi che precedentemente hanno lavorato presso l’azienda in questione spesso lasciano opinioni personali riguardanti la propria esperienza. Non vi nascondo che, più di una volta, grazie alle informazioni prese, ho evitato di imbattermi in un raggiro bello e buono. Da fare attenzione a quelle società che invitano presso alberghi. Al 99,99 % non si tratta di lavoro, bensì della vendita di un qualsivoglia prodotto. Anni addietro, nel cercare lavoro mi imbattei in una rappresentazione di una nota erba dimagrante con relativa presentazione avvenuta, guarda caso, all'interno di un albergo. Per fortuna riuscì a non cadere nel tranello multilevel, ma non nascondo la rabbia nell'aver perso tempo e denaro. Entrambi elementi preziosissimi, soprattutto, per chi urge di lavoro. E' bene valutare prima di armarsi e partire, anche perché tutto ciò ha un costo, non solo economico, ma di carattere morale, creando per se false aspettative. In chiusura di articolo mi chiedo quale sia una opportunità di lavoro seria, concreta e duratura nel tempo. La risposta é una e soltanto una: lavorare in proprio. Non vi nascondo che sarebbe una scommessa da vincere. Mettersi in gioco in un lavoro, dando tutto e lavorando anche per 12 o 13 ore al giorno senza essere sottomessi a qualcuno, credo rappresenti una valida alternativa al lavoro dipendente. Il problema, purtroppo, sta nel fatto che per poter avviare una propria attività occorra un capitale di base sufficiente; quantificabile in alcune migliaia di euro. E questo, il più delle volte, scoraggia le persone a tuffarsi nell'avventura e, quindi, di mettersi in gioco, di scommettere su se stessi e sulle proprie capacità.

domenica 16 marzo 2014

LA PROPOSTA


Così come previsto nessuno ha tenuto in considerazione la proposta relativa alla possibile creazione di 800.000 nuovi posti di lavoro. A questo punto manca la volontà di prendere in esame qualsiasi provvedimento venga partorito da menti che esulino dal PD. Menti libere, senza costrizioni di sorta; senza nessuno che dica loro cosa pensare e perché. La realtà è che NESSUNO dai partiti tradizionali vuole bene al proprio Paese. NESSUNO dei partiti che hanno radici ben profonde, piantate e coltivate nel corso degli anni, vuole la risoluzione definitiva dei “malanni” italici. Io ritengo che una proposta, se valida, non debba necessariamente essere filtrata attraverso l’appartenenza politica o una simpatizzazione di parte. Una proposta deve essere vagliata per i contenuti e non per l’origine dalla quale è stata partorita. Poi è chiaro che esistono le storture, e cioè, dirottamenti verso interessi non comuni: proposte soggettive, ovvero dai caratteri oggettivi imprescindibili, che si legano ad un senso di appartenenza, e quindi, di interesse personale o di gruppo. Per cui il dilemma sta tutto nel seguente interrogativo: chi determina la validità di una proposta? Semplice, molto semplice direi: i cittadini. Sono loro che hanno il diritto di decidere del proprio destino. Costoro non hanno bisogno di leggi ad personam o ad partitum. Costoro se ne infischiano degli interessi di bottega, com’è giusto che sia. Ed in effetti, una profonda contraddizione sta proprio nel fatto che i parlamentari dovrebbero rappresentare gli interessi dei cittadini. Tutto ciò avviene molto di rado, o quasi mai. No, non si tratta di qualunquismo. Vedete, quando il disagio prende buona parte della comunità, lasciando estromessa quella dei ricchi qualcosa non quadra. Eppure basterebbe una semplice patrimoniale per i redditi alti a restringere la forbice tra ricchi e poveri. In tal modo il divario verrebbe sanato apportando puro ossigeno alle classi più deboli del Paese. Ed invece, questo non lo si fa. Fortissimi interessi legati alle lobby collegate ai ricchi e potenti impediscono di agire in tale direzione. Ma tornando alle proposte. Esse sono sbiadite e per tali vanno osservate. Non hanno colori. O meglio, l’unico colore ammissibile è quello che identifica gli italiani sotto un’unica bandiera. Un insieme di colori suddiviso in tre parti: verde, bianco e rosso. Colori della bandiera nazionale che potrebbero essere così descritti: verde (colore della idee legate alla natura del territorio); bianco (purezza delle idee); rosso (idee che tengono conto delle storture del passato e che si sono evolute dopo tanto sangue versato).

martedì 11 marzo 2014

800.000 NUOVI POSTI DI LAVORO


I dieci miliardi di euro potrebbero essere investiti a condizione che un’azienda possa assumere un lavoratore nell’arco di un anno. Lo Stato rimborserebbe 1000 euro mensili (circa un terzo del costo aziendale affrontato per singolo dipendente) per il periodo di 365 giorni. Così facendo si darebbe un forte impulso alle assunzioni stimolando le imprese a prendere personale. Il denaro verrebbe distribuito, quindi, a tutte le aziende che rispettassero determinati parametri fondamentali:

-          - Assunzione provata tramite esibizione di contratto a tempo indeterminato.
-         -  Busta paga relativa al periodo considerato.
      -Controllo incrociato tra diversi soggetti: azienda, Ufficio Provinciale del Lavoro, INPS, INAIL.

Fatti i dovuti accertamenti lo Stato rimborserebbe IMMEDIATAMENTE le 1000 euro sotto forma di contributi previdenziali da accreditare sia nella posizione dell’azienda che in quella del lavoratore oggetto di assunzione. Compiuta l’operazione sarebbe cura dello Stato di inviare per via telematica l’estratto contributivo aggiornato ai due soggetti interessati con gli importi distribuiti tra: contributi previdenziali, assicurativi ed eventualmente fiscali. Chiaramente il variare delle busta paga non consente un calcolo esatto ma approssimativo della distribuzione delle 1000 euro mensili. Sarà poi cura dell’azienda versare la differenza costituita dalla retribuzione stessa ed eventuali residui di carattere fiscale e/o previdenziale. Sarà, quindi, compito di quest’ultima inviare estratto contributivo ai due soggetti interessati (Stato e lavoratore dipendente) nell’arco massimo di trenta giorni.
Credo che questa formula darebbe un forte incentivo alle assunzioni e, soprattutto, rappresenterebbe un metodo di controllo (non solo formale ma pratico) che quanto promesso dalle parti venga realizzato. C’è da aggiungere due particolari ed importanti precisazioni alla proposta formulata:

     A)  Il contributo di 1000 euro mensili da versare per 12 mesi riguarderebbe un solo dipendente per azienda; onde avere una distribuzione equa nelle aree del Paese;

     B) Le aziende che ne fanno richiesta devono versare in una situazione economica generale tale che consenta loro di mantenere gli impegni presi con l’Ente centrale. Questo a garanzia che la rimanente somma non rimanga scoperta, e quindi, disattesa la copertura della stessa.


In buona sostanza i 10 miliardi di euro stanziati avrebbero un effetto pratico e non aleatorio. Molte aziende potrebbero investire dette somme per altro piuttosto che per finalità legate al lavoro, e quindi, alle assunzioni. Resta il fatto che, purtroppo, questa è una semplice proposta che, probabilmente, non verrà tenuta in considerazione da chi di competenza, ma rimane pur sempre un’idea, e come tale va rispettata. 

lunedì 10 marzo 2014

SEI ASSENTE? NON TI PAGO!


Basta con gli stipendi da nababbi fondati sul nulla! Una costante non partecipazione non può consentire di percepire un intero stipendio. Ieri, durante la trasmissione de “La Gabbia” su LA7, è stato fatto il punto sulla situazione relativa agli assenteisti in Parlamento. C’è, addirittura, chi ha sole due presenze su più di mille votazioni. Tutto ciò è inammissibile in un paese normale! Chi non partecipa ai lavori parlamentari non ha diritto alla retribuzione. In tempi non sospetti avevo elaborato una sorta di tabella mediante la quale retribuire i parlamentari. I parametri da rispettare sono i seguenti:

-          - Ore di presenza in Parlamento.
-          - Punti programmatici rispettati.

Combinando i due parametri arriveremmo ad una busta paga che sia adeguata al ruolo di un parlamentare. Data l’alta percentuale di assenteismo il Paese risparmierebbe decine e decine di milioni di euro. Mentre risulta abbastanza semplice il calcolo del primo parametro (un terzo del totale dell’emolumento lordo diviso il numero delle ore di presenza), la spiegazione si fa più complessa nel secondo punto.
I punti programmatici derivano da una precedente campagna elettorale nella quale un partito e/o una coalizione preparano dieci punti fondamentali da esporre (secondo modalità precise) all’intera popolazione italiana, attraverso i noti strumenti di diffusione (quotidiani, internet, affissioni presso i comuni). Su questi ruota l’intera campagna, poiché in caso di vittoria delle elezioni essi costituiscono i punti attraverso i quali pagare i parlamentari del partito o coalizione vincente; ovviamente in caso di effettiva realizzazione degli stessi. L’opposizione seguirebbe, invece, una strada diversa:

-          - Ore di presenza in Parlamento.
-         -  Numero di provvedimenti votati.


In definitiva, allo stato attuale, non esiste un piano “produttività” che anche questi signori dovrebbero rispettare (come in una qualsiasi azienda privata). Se un lavoratore dipendente privato fosse presente un giorno su sei verrebbe sbattuto fuori a calci nel sedere. Utilizzando, invece, questi due parametri terminerebbe definitivamente l’insulsa abitudine di mancare alle riunioni parlamentari. Se lavori vieni pagato, altrimenti no! E poi: quello che prometti mantieni! Quantomeno per quanto riguarda i n. 10 punti di maggiore interesse. E’ chiaro che questo rientra in un Disegno di Legge da dibattere nei particolari, anche per formare una commissione di controllo che possa verificare le effettive ore di presenza. In tal senso esistono delle modalità e degli strumenti: timbrare il cartellino in entrata ed in uscita, oppure, per quanto riguarda i punti programmatici, la Gazzetta Ufficiale potrebbe rappresentare una sorta di “sigillo” di convalida affinché un punto di programma venga rispettato a seguito dell’approvazione definitiva da parte del Presidente della Repubblica.

mercoledì 5 marzo 2014

IL "MANDATUM"


In questo momento si parla molto di approvare “L'Italicum”. Io parlerei molto volentieri di “Mandatum”. Massimo due mandati per ogni parlamentare. E’ inammissibile avere deputati e senatori che in Parlamento hanno fatto la “muffa”. Hai più di due mandati??? Fuori! Per l’equa legge (non scritta) dell’alternanza sarebbe giusto dare spazio a nuove persone, ad un ricambio generazionale. E fino a quando a nominare gli eletti saranno le segreterie questo non sarà possibile. Per cui la nuova Legge elettorale dovrebbe restituire agli italiani il proprio ed importantissimo ruolo di elettori. Esiste una netta differenza tra un “numero” (un cittadino che vota) ed un elettore (che nomina dietro propria scelta). Ma il “bavaglio” è stato messo a tutti coloro i quali faticosamente si dirigono alle urne, mentre sono stati letteralmente “acciaccati” coloro i quali non si dirigono alle urne. Lo fanno da anni ormai, essendo totalmente sfiduciati. E come dare torto a questi ultimi? E come dare torto a coloro i quali vorrebbero dire la propria relativamente alle scelte dei candidati? Altro punto fondamentale il comportamento tenuto dagli eletti, siano essi deputati o senatori, all’interno dei propri schieramenti. E’ inaccettabile che gli espulsi o dissidenti passino al “Gruppo Misto” oppure presso uno schieramento politico totalmente avverso rispetto al voto ricevuto dagli elettori. Chunque, per una qualsiasi motivazione dovesse non condividere la condotta del proprio partito o movimento di appartenenza e come risultante attuasse un comportamento scorretto e/o ostruzionistico dovrebbe automaticamente decadere dal proprio incarico di deputato o senatore. E questo dovrebbe essere espressamente indicato nella nuova Legge elettorale. Cioè, non dovrebbe essere facoltà dell’eletto decidere sul da farsi. Ciò consentirebbe un minimo di coerenza tra l’indicazione derivante dalle urne ed il destinatario di tale indicazione. Ovviamente il posto lasciato libero potrebbe essere rimpiazzato dall’eletto arrivato alle spalle del primo (cioè il secondo classificato al termine delle elezioni) mantenendo integri i seggi predeterminati. A fine legislatura il soggetto sarà libero di poter scegliere il partito da seguire per poi essere ricandidabile. Farlo, però, in corsa costituisce, a mio avviso, un vero e proprio “tradimento” ai danni degli elettori. Sarebbe come mischiare le carte a partita in corso quando un giocatore registra un poker d’assi. Le regole del “gioco” non possono essere stravolte a proprio piacimento, ma vanno rispettate a prescindere dall’andamento della legislatura. In caso contrario non sono regole, ma comportamenti “umorali” dettati dal momento, per cui soggetti ad altalenanti atteggiamenti, spesso ingiustificati.

domenica 2 marzo 2014

IL PACCHETTO "POPOLO"


Il pacchetto “Popolo” è un insieme di leggi che vanno in direzione dei cittadini. Quattro gli elementi fondamentali che lo formano: sanità, lavoro, servizi di trasporto, scuola. L’idea, quella di effettuare dei tagli mirati onde evitare gli sprechi e di migliorare i servizi esistenti. A mio modesto avviso, quattro pilastri dell’attuale società che meritano una profonda riflessione. E mentre, di Renzi si può “apprezzare” il tentativo di migliorare le infrastrutture scolastiche, lo stesso non può dirsi degli altri 3 settori nevralgici per qualsiasi paese, in particolar modo per l’Italia. La centralità del popolo negli interessi di Camera e Senato. Piuttosto che garantire i “soliti” noti (le corporazioni e le caste radicate nei territori, i politici di lungo corso che siedono da decenni nei palazzi del potere), occorrerebbe, invece, garantire lo status di salute ed economico di tutti i cittadini, nessuno escluso. Probabilmente, per assicurare la realizzazione degli intenti sopra espressi non occorrono nuove risorse, ma il “dirottamento” di investimenti rivolti ad altro, da canalizzare in ambito sociale. Perché questi quattro aspetti delle dinamiche quotidiane e non altri? Poiché, personalmente, ritengo fondamentali gli ambiti legati: alla salute degli italiani, alla garanzia per gli stessi di un posto di lavoro (stabile), alla possibilità di spostarsi senza necessariamente possedere un proprio veicolo, alla possibilità di istruirsi, come si deve, all’interno di strutture (pubbliche e non private) dotate di tutto il necessario per dare un futuro culturale ed ideologico con prospettive diverse, ma soprattutto pratiche, ai nostri figli e per formare quella che sarà la classe dirigenziale di domani. Mi piacerebbe che fosse il Movimento Cinque Stelle a prendere l’iniziativa parlamentare per la composizione di tale “pacchetto” di riforme; quali eredi diretti dei cittadini. Ma se dovesse essere un’altra forza parlamentare a proporsi sarebbe comunque benvenuta dal sottoscritto. Il pacchetto “Popolo” non dovrebbe comunque contenere tantissimi articoli e commi, ma dovrebbe essere snello e funzionale, anche perché più sono le norme, maggiore è la possibilità di confusione e l’inattuabilità delle stesse. Infine, pongo l’appunto su di un argomento molto caro a tutti noi: la burocrazia. “Ventimila leggi sotto i mari”. Non è un titolo di un film, ma potrebbe essere la risultante di una lunga operazione di azzeramento di leggi e leggine che nel tempo hanno prodotto solamente tantissima confusione. Se il Paese, oggi, è un pachiderma lo dobbiamo proprio a questo utilizzo spropositato del potere legislativo. E allora, credo sia venuto il momento di fare un po’ di pulizia nella nostra bella Italia. Un pacchetto “Popolo” per il popolo.

venerdì 28 febbraio 2014

SCONTI A NESSUNO

Panni davanti la pensilina del capolinea sud

Che indossi o no la maglietta “Free Tibet” o altre magliette inneggianti la libertà di popoli orientali poco importa. Non è l’abito che fa il monaco, ma manco il monaco fa l’abito. E non importa che il sindaco sia più o meno formale in occasione di eventi particolarmente importanti di carattere civile o militare. Spesso noi cittadini ci facciamo abbagliare da effetti “speciali” che poi si dissolvono nel nulla. Ma da attento e libero cittadino posso tranquillamente affermare che poco o nulla sia cambiato in questa città. E mentre è pienamente condivisibile il fatto che Renato Accorinti abbia abbattuto con le proprie mani le “barriere architettoniche” artificiali ed artificiose della casa comunale; che abbia creato l’isola pedonale in centro; che spesso partecipi ad eventi di carattere culturale-spirituale, stessa cosa non può dirsi per il resto. Si registrano, infatti, provvedimenti sterili nel campo della pulizia delle strade, delle piazze, delle vie di primo e secondo piano, dei vari “salotti” sparsi per la città. Villa Dante è un vero e proprio immondezzaio a cielo aperto. Una piccola discarica mal celata tra il verde (di già raro e carente). Discariche sparse ovunque. Interi materassi stazionano per settimane in aree di grande affluenza. E credetemi, è una grande sofferenza quantificare tonnellate di immondizia, più o meno distribuita equamente, lungo arterie principali della città, nonché nelle malandate periferie. Per non parlare del servizio di trasporto pubblico che, sovente, fa il bello e cattivo tempo, alternando momenti di puntualità a interi frammenti di latitanza. E la gente aspetta, aspetta, spesso silenziosa ed insofferente. Soprattutto gli anziani. Io credo che non occorrano milioni di euro per costituire apposite ordinanze che intanto limitino l’inciviltà dei cittadini. L’immondizia deve essere gettata negli appositi contenitori. E chiunque getta pacchetti di sigarette dalla propria autovettura, chiunque getta fazzoletti dal proprio veicolo, chiunque getta carte e cartacce tranquillamente ovunque (in totale inciviltà) dovrebbe essere severamente punito con sanzioni amministrative da ricordare per tutta la vita, senza alcuna eccezione e senza sconto alcuno. E’ venuta l’ora di educare il cittadino che non ama affatto la propria città. Forse la detesta. Ma tornando al sindaco. A lui spetta il diritto-dovere di educare il cittadino al rispetto della comunità, dell’ordine e della disciplina. E non basta ricevere una investitura per appollaiarsi sulla sedia, o per riempire di chiacchiere gli abitanti di una comunità abbastanza vasta come la nostra. In definitiva: sconti a nessuno, neppure per chi rispetta la natura ma non la fa rispettare agli altri.

mercoledì 19 febbraio 2014

LE DUE FACCE DELLA MEDAGLIA


Un Renzi che rappresenta la continuità di un sistema marcio pilotato dalle banche (e quindi dai poteri forti). Un sistema collaudato nel tempo e che, in realtà, intende cambiare i protagonisti dello sfascio nazionale, rafforzando ulteriormente il potere delle multinazionali finanziarie e speculative. Una faccia della medaglia molto “coerente”, soprattutto dopo le parole annunciate nel corso di una nota trasmissione televisiva, in cui ha dichiarato di  voler diventare premier soltanto attraverso le elezioni. E’ innegabile che anche Renzi non conosca il senso di una parola data, di una frase enunciata in pubblico davanti a milioni di telespettatori. Però agli italiani piace perché è giovane e rampante. Piace perché concorda sottobanco delle operazioni per il “bene del Paese”. Piace ai Renzuscones perché una volta viaggia in Smart o in Giulietta. Francamente tutto questo è molto riduttivo. “Chi troppo vuole nulla stringe!”. Esiste poi un’altra faccia della medaglia, fatta di coerenza. “Nessun accordo!”. Così è stato! Quel grillo “parlante” che ha rispettato l’esito del sondaggio e che si è puntualmente presentato al cospetto di Renzi. Si è vero non l’ha fatto parlare. Ma anche questo fa parte di una coerenza che è legittimo rispettare. Finalmente in Italia qualcuno che conosca questo termine tanto indigesto a buona parte degli italiani (me compreso). Credetemi non è facile essere coerenti, ed anche io recito il mea culpa per non esserlo stato più volte. Riconoscerlo, però, è un grande gesto di umiltà che può comunque portare ad una crescita personale. Impegnarsi per essere coerente dovrebbe essere dovere di ogni cittadino del mondo. Renzi, non a caso, gode della simpatia di molti ed il termine Renzusconi ben si conia a seguito della collaborazione con il cavaliere. Una simpatia che parte da lontano, sin dal 2007. Una reciproca stima che si fonda nel rispetto reciproco e, probabilmente, nella condivisione di idee. In questi giorni Alfano ha dichiarato: “in caso di patrimoniale non entreremo nel governo Renzi”; solita difesa a spada tratta perpetrata a danno degli italiani che pagano puntualmente le tasse e lo fanno affrontando sacrifici immani. Nel caso di questa ultima affermazione possiamo parlare di coerenza? Forse in questo caso si, perché quando si parla degli interessi dei forti, dei ricchi, dei potenti, qualcuno viene sempre in loro soccorso; anche perché sono loro stessi a piazzare i loro difensori all’interno del Parlamento italiano con apposite “manovre” di autodifesa. W l’Italia della coerenza e dell’onestà.

lunedì 17 febbraio 2014

DATI SULLA DISOCCUPAZIONE

Il numero di disoccupati in Italia è sceso a 3.229.390 nel mese di dicembre del 2013 rispetto ai 3.261.250 registrati nel mese di novembre 2013. Il dato dei Disoccupati in Italia è riportato dall'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). Di seguito i grafici sono alquanto eloquenti ed inesorabili. C'è ben poco da discutere. Più che altro c'è solo da indignarsi.



domenica 16 febbraio 2014

QUESITI


Ma dove sono le politiche del lavoro? Ma dove sono i famosi provvedimenti che dovevano incrementare le nuove assunzioni? La gente non ne può più. Signori la gente è stanca di sentirsi dire: bla bla, bli bli. La gente necessita di fatti e non di chiacchiere “pre-elettorali”. Il duo Renzusconi sta preparandosi per l’ennesima presa per i fondelli agli italiani, che, puntualmente abboccheranno alle balle colossali. “Faremo questo, faremo quello…”. Anche il signor Letta aveva promesso nuovi posti di lavoro per i giovani. Ma questi posti dove sono? Di certo la disoccupazione galoppante (oramai a livelli insostenibili) l’unica certezza che i giovani hanno. E allora di cosa parliamo??? Questi pensano alle loro poltrone, ai calcoli di palazzo, agli intrallazzi, ma agli italiani chi pensa??? Attenzione però che la colpa è anche nostra. Dimostriamo ogni giorno di più di essere e permanere ingenui e fessacchiotti. Invece di lottare per i nostri diritti, di far valere la nostra sovranità siamo come pecore che attendono una guida forte. Abbiamo bisogno di essere pilotati, guidati, soverchiati e sovrastati da coloro i quali a tutto pensano, tranne che alle nostre necessità di normali cittadini di uno Stato da 60 milioni di anime. E allora la soluzione dove la si trova? La soluzione è la democrazia diretta, quella dove finalmente i cittadini prendono pieno possesso e controllo della “cosa” pubblica. Perché demandare agli altri ciò che un popolo organizzato può fare? I tempi si evolvono e le necessità aumentano. Si incrementa il bisogno di legalità, si ha fame di giustizia e di equità. Ma soprattutto si ha fame e basta direbbe qualcuno. Guardiamoci intorno: suicidi (la media di uno al giorno), furti di cibo operati anche da persone anziane (e ti credo con 400 euro di pensione!). Gente apparentemente “ricca” che scava nell’immondizia. Ma che Paese è questo? E della sanità? E dei diritti della società? I diritti dell’uomo? Chi tutela la nostra dignità? Ma ve lo siete chiesto o no? E allora vediamo, insieme, di rispondere a tutti questi interrogativi. Facciamolo nel migliore dei modi, onde evitare ulteriori “massacri” sociali. Una vera e propria mattanza alla quale i ricchi assistono indifferenti, quasi soddisfatti, di ciò che si è creato intorno a loro. Attenzione! Non si tratta di disfattismo, poiché sono certo che, in realtà, i ricchi possano e debbono rappresentare una risorsa per noi italiani. Convertiamo il loro modo di pensare e mettiamolo al servizio del Paese; al servizio dei ceti medio-piccoli. 

mercoledì 5 febbraio 2014

ANALISI ATTUALE


La mancanza di lavoro porta ad assumere decisioni confuse, sconclusionate, pericolose.  Più volte ho posto l’accento su questo. I problemi di tipo psicologico, in stato di mancata e/o parziale occupazione tendono ad ingigantirsi sempre più. E gli scompensi riguardano non solo il soggetto interessato in prima persona, bensì l’intero nucleo familiare di appartenenza. Tutto si ripercuote. Una sorta di tsunami che, inevitabilmente distribuisce le proprie onde sul capo di molti. Onde di dispiacere, di tristezza, di fame, ma anche onde di solitudine. Si, perché il disoccupato gioco forza deve estraniarsi dalla società; sentirsi una roba a parte, un caso a sé stante. E fu così il primo passo verso l’emarginazione, la separazione, l’estromissione. Comincia l’uso di alcol, di tranquillanti, ecc…
In questi giorni, come sempre del resto, si odono tante inutili affermazioni relative alla Legge Elettorale, agli accordi che si realizzano nelle secrete stanze, alle soglie di sbarramento e a quelle di accoglimento. Ora, non dico che la Legge Elettorale non sia importante, ma per Dio, vogliamo (governo) dare una risposta alle migliaia di persone in stato di non occupazione, a tutti coloro i quali non hanno visto MAI un lavoro in vita propria e che mai lo vedranno? Una risposta a coloro i quali non possono andare né in pensione né lavorare. Ma costoro (governo) come vanno a dormire la sera? Battendosi le mani sul petto perché orgogliosi, oppure piangenti o rammaricati per quello che ancora non è stato fatto (mai fatto) a favore del Popolo?

Qui c’è poco da scherzare, ma tanto da incazzarsi (e di brutto anche). E come dare torto a Grillo quando sostiene che il suo movimento tiene a bada la rabbia delle piazze? Ha ragione! Ha perfettamente ragione! E poi la risposta è semplice. La gente starà alla finestra fino alle prossime elezioni. Vorrà contare i voti del M5S ed agire di conseguenza (scendere in piazza o affidarsi a questi ultimi dal peso governativo). Attenzione perché non esistono altri baluardi della democrazia, se non quelli legati alla fattività di opere e lo sviluppo di atti concreti che possano attribuire a tutti i cittadini la dignità di persona, di operaio, di impiegato e quant’altro. Insomma, o si dà il lavoro alle persone, oppure saranno loro a darne alle istituzioni.  

venerdì 31 gennaio 2014

LA GRAVE SITUAZIONE DEL PAESE


Avevo deciso di non occuparmi più di politica. Ma come esentarsi da una situazione del genere? Credo sia dovere di ogni cittadino fornire il proprio contributo, affinché le sorti del Paese cambino rotta; una rotta che conduce ad una cascata senza ritorno. Ebbene oggi ci ritroviamo un governo a picco e le istituzioni che fanno solo il cattivo tempo. In tutto questo marasma, sottraggo sicuramente dalla gogna un movimento che è costituito da bravi e preparati cittadini che lottano e parlano con il cuore. Parlano a nome di tutti coloro i quali vogliono il cambiamento (in meglio) e non il peggioramento, o per meglio dire, l’aggravamento di un paziente (l’Italia) che rischia di entrare in coma finanziario. Già, l’alta finanza. Colei che ha distrutto i governi di molti paesi per opera di banche e personaggi affini, totalmente strafottenti ed indifferenti alle problematiche italiane (aziende e normali cittadini). E allora è arrivato finalmente il momento in cui vanno fatte distinzioni ben precise: i buoni dai cattivi, i lavoratori dai nullafacenti, i detrattori dai costruttori. Faccio chiaramente riferimento al Parlamento italiano. Fino a qualche mese fa (periodo antecedente alle elezioni) questa distinzione sarebbe risultata impossibile. Adesso il “sistema” presenta (era ora) una netta distinzione. Mi viene da sorridere quando si rimprovera ad Alessandro Di Battista ed al movimento di riferimento (M5S) di non essere “democratici”. A parte il fatto che, personalmente, ritengo significativa la frase: “gli italiani hanno fame!”; frase attribuibile a Di Battista, piuttosto che la parola “democrazia”. Democrazia è principalmente coerenza, e cioè, permettere a chiunque di esprimere la propria opinione, soprattutto in tema di riforme sulle quali poggerà le basi il prossimo Parlamento, ovvero nella nuova legislatura. Ebbene, tutto ciò non è avvenuto. Aggiungo che, per la teoria dell’alternanza, sarebbe giusto dare spazio alla democrazia diretta. A tutt’oggi i cittadini non contano nulla. Essi vengono totalmente emarginati ed abbandonati al proprio destino. “Sei disoccupato? Caro amico devi avere pazienza che forse un giorno, anzi sicuramente, troverai la giusta collocazione nel panorama lavorativo italiano”. Così ti rispondono piccoli e grandi dirigenti (siano essi locali o nazionali). Come a dire, veditela da solo che per quanto mi riguarda puoi schiattare. E allora come accettare ancora di essere presi per il culo da gentaglia senza scrupoli che bada solo alla propria poltrona? La situazione è molto grave ma solo noi cittadini per bene possiamo cambiarla, e finalmente, con una scelta, una vera alternativa ad un ventennio di governi nefasti ed inconcludenti. 


mercoledì 22 gennaio 2014

COLLABORAZIONE PER REDAZIONE ARTICOLI

Se ti interessa la collaborazione di un autore free lance per articoli da inserire presso testate giornalistiche o quant'altro contattami all'indirizzo:

salvatore_c70@yahoo.it.

Concorderemo, insieme, la tariffa da corrispondermi per articolo.

Ho redatto n. 60 articoli per una piattaforma digitale, per cui, ho una certa esperienza nel settore in esame.
A presto!



BlogItalia - La directory italiana dei blog antivirus gratis "Spintrade Network"