martedì 30 luglio 2019

SICILIA... IN AUTONOMIA

Nonostante la nostra regione sia a statuto speciale non è mai stata in grado di risollevarsi dal punta di vista economico creando ricchezza e valorizzando il proprio inestimabile patrimonio. Ciò, a mio avviso è dovuto principalmente a tre fattori: - Vincolo di natura politica; - Sottrazione di PIL dovuta a lavoro nero e redditi sommersi; - Pessima gestione delle risorse. La politica locale e regionale rappresenta un peso specifico notevole in quanto determina la creazione di nuovi posti di lavoro (creati ad arte) che non sono affatto utili alla comunità e che contribuiscono all’inutile sperpero di risorse, che diversamente, sarebbero state impiegate in modo molto più produttivo. Quando un posto di lavoro non produce ricchezza, ma soltanto costi, è normale che non incontri alcun riscontro significativo, quantomeno nel miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini, trattandosi di collocazione pubblica. “Ma le promesse elettorali vanno mantenute, tu mi dai il voto ed io ti do il posto”. Non sempre è così, ma di certo è successo. Sta di fatto che in Sicilia sono tantissimi i dipendenti pubblici, in percentuale di gran lunga superiore rispetto alle medie del resto del Paese. Sorvolerei sul secondo punto, in quanto trattasi di argomentazioni molto note e risapute. Invece, mi soffermerei sul terzo punto molto importante. A mio avviso la Sicilia, sempreché passasse il disegno di Legge della Lega, corre un serio pericolo, e cioè quello di peggiorare nettamente la propria situazione economica e di qualità della vita. Nonostante il PIL sia cresciuto negli ultimi quattro anni (vedi tabella) le famiglie siciliane non hanno avuto alcun miglioramento, anzi hanno avuto ulteriori aggravi legati ai costi della TARI (terza regione in Italia per esborso dei cittadini) più ulteriori balzelli legati allo sblocco dal 2019 delle addizionali regionali e comunali che hanno subito un significativo aumento. Ora, le destinazioni da parte del governo centrale verranno nettamente ridimensionate, perché è chiaro che questo sia il principale obiettivo della Lega. Se consideriamo che i bilanci redatti dalla Regione hanno una visione triennale questo complica le cose e non poco. Allora occorrerebbe organizzarsi per tempo. Come? Istituendo una task force che prenda di mira le tre punte di diamante della Sicilia che sono: turismo, agricoltura e artigianato locale. A mio avviso, andrebbe da subito istituito un gruppo di esperti di grande valore nazionale ed internazionale del settore economico e strategico-manageriale (CO.SE.SM) che abbia effettivo potere decisionale all’interno del Parlamento Siciliano, che prenda in esame tutti i bilanci degli ultimi anni per analizzarne i costi in modo molto dettagliato in modo da effettuare quei tagli necessari per ridimensionare la spesa, per ricollocare il personale nei settori strategici più importanti e per creare nuovo valore attraverso azioni mirate mediante la creazione di imprese pararegionali controllate che siano dedicate principalmente a turismo, agricoltura, artigianato in cui fare affluire il personale regionale in esubero. L’obiettivo finale quello di esportare valore all’Estero, di pubblicizzare l’immenso e straordinario patrimonio locale con l’ausilio di personale che andrebbe totalmente riformato attraverso corsi altamente qualificati a loro riservati. Questa in sintesi la mia idea. Chiaramente il discorso è molto ampio e andrebbe puntellato nelle sedi opportune. L’importante è muoversi il prima possibile per non rimanere impreparati davanti alle rivoluzioni che si prospettano. SALVATORE CASTORINA
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