giovedì 22 maggio 2014

IL POPULISMO E’ QUELLO CHE SI DICE?


Da Wikipedia
Il largo uso che i politici e i media fanno del termine "populismo" ha contribuito a diffonderne un’accezione fondamentalmente priva di significato: è rilevabile infatti la tendenza a definire "populisti" attori politici dal linguaggio poco ortodosso e aggressivo i quali demonizzano le élite ed esaltano "il popolo"; così come è evidente che la parola viene usata tra avversari per denigrarsi a vicenda – in questo caso si può dire che "populismo" viene talvolta considerato dai politici quasi come un sinonimo di "demagogia".
La definizione di "populismo" data dal vocabolario Treccani è "...atteggiamento ideologico che, sulla base di principî e programmi genericamente ispirati al socialismo, esalta in modo demagogico e velleitario il popolo come depositario di valori totalmente positivi.
Ma veniamo al significato di demagogia:
Demagogia è un termine di origine greca (composto di demos, "popolo", e agein, "trascinare") che indica un comportamento politico che attraverso false promesse vicine ai desideri del popolo mira ad accaparrarsi il suo favore. 
Ma allora scusate! Anche Berlusconi è populista. Anche Renzi è populista. Sono tutti populisti!
Personalmente, non concordo con tutte queste definizioni. Credo proprio che il popolo sia depositario di valori positivi ed è il finalizzatore, nonché fruitore, di tutti i beni che un paese produce. Si parla del popolo in termini negativi. Perché tutto quello che va in direzione del popolo viene etichettato erroneamente come populista? Non vi sembra una visione un po’ distorta della realtà dei fatti? A mio avviso il termine “populista” è stato creato ad arte dalla politica quale attenuante contro i continui fallimenti che hanno caratterizzato gli ultimi decenni. Una sorta di paracadute al quale attaccarsi e da aprire nei momenti di palese difficoltà. Una distorsione della realtà da condurre a proprio piacimento.

La verità è che i burocrati ed i finanzieri vogliono confinare il popolo nei propri problemi allontanandolo dalla democrazia e dalla partecipazione attiva. Se l’Europa vuole cambiare deve modificare il proprio DNA infetto e malato di finanza e poteri forti.

venerdì 16 maggio 2014

GLI UMORI POLITICI DELLA RETE


In tema di gradimenti politici anche la rete dice la propria. Ho condotto una personale e semplicissima indagine che attribuisce il livello di gradimento dei vari politici e/o rappresentanti di movimenti italiani all’interno del noto social network “facebook”. Eccola qui rappresentata:

01)   BEPPE GRILLO CON IL 49,91 %.
02)   MATTEO RENZI CON IL 20,69%.
03)   SILVIO BERLUSCONI CON IL 19,63%.
04)   ANGELINO ALFANO CON IL 3,75%.
05)   MATTEO SALVINI CON IL 3,03%.
06)   MARIO MONTI CON IL 2,98%.
Staccati tutti gli altri leader politici.

Il tasso di partecipazione da parte degli internauti all’interno delle rispettive pagine di gradimento è il seguente:

01)   MATTEO SALVINI CON IL 45,15% (44.171 ne parlano).
02)   BEPPE GRILLO CON IL 24,7% (400.813 ne parlano).
03)   MATTEO RENZI CON IL 13,62% (90.995 ne parlano).
04)   SILVIO BERLUSCONI CON IL 7,05% (44.727 ne parlano).
05)   ANGELINO ALFANO CON IL 3,85% (4.661 ne parlano).
06)   MARIO MONTI CON IL 0,15% (149 ne parlano).

Il tasso di partecipazione in percentuale rispetto alla collettività (585.516) delle discussioni è il seguente:

01)   BEPPE GRILLO CON IL 68,45%.
02)   MATTEO RENZI CON IL 15,54%.
03)   SILVIO BERLUSCONI CON IL 7,64%.
04)   MATTEO SALVINI CON IL 7,54%.
05)   ANGELINO ALFANO CON IL 0,80%.
06)   MARIO MONTI CON IL 0,03%.


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