giovedì 17 aprile 2014

WHATS THE JOBS ACT


I famosi provvedimenti sul lavoro dove sono? Milioni di giovani italiani languono in attesa di una occupazione. Aspetta e spera! In effetti piuttosto che attendere delle soluzioni dal governo centrale sarebbe meglio darsi una “mossa” per conto proprio. Questa non vuole essere affatto una critica rivolta ai giovani disoccupati, bensì un atto motivazionale affinché talentuosi ragazzi possano finalmente dimostrare (prima a se stessi e poi agli altri) il proprio valore. E’ un vero peccato che tante conoscenze non possano essere immesse nel circuito lavoro. Potrebbero migliorare la società odierna, non soltanto dal punto di vista tecnologico, ma anche dal punto di vista ideologico. L’immissione di nuove idee, unite ad una partecipazione emotiva, è senza dubbio alcuno una delle soluzioni all’assenza di innovazione tecnologico-culturale. Cooperative di intellettuali con spiccate propensioni naturali (ma dal senso pratico) potrebbero suscitare una ulteriore serie di dubbi tra le tante incertezze, ma inavvertitamente, dare delle risposte concrete in un mare di tanta approssimazione e di forte scetticismo. Dal punto filosofico non fa assolutamente una grinza. L’attuale governo non possiede i requisiti affinché gli under trenta possano trovare spazio all’interno di aziende, né tantomeno all’interno delle strutture pubbliche. I concorsi, com’è oramai noto da tempo, sono in netta diminuzione rispetto ai decenni precedenti. Il famoso Jobs Act, tanto per scopiazzare gli americani, non ha nulla cui riferirsi rispetto ai provvedimenti utilizzati negli USA; tutt’altra storia. Forse credono che parlando inglese, gli italiani siano talmente stupidi, da non capire il significato di un documento atto a creare maggiore instabilità dei posti di lavoro? Il messaggio, signori miei, è chiaro! Siete giovani? andatevene dall’Italia, perché se aspettate un nostro serio provvedimento state freschi! La voce della verità, a volte, fa breccia nei cuori delle persone. Ma tornando al discorso iniziale il punto è questo. Non c’è lavoro? Inventalo! All’Estero tanti ragazzi utilizzano la propria creatività, grazie soprattutto al supporto di internet e delle proprie conoscenze informatiche. Sfruttano la propria passione e la mettono a disposizione degli eventuali fruitori (siano essi clienti e/o collaboratori). E’ chiaro che non a tutti va bene, ma quantomeno ci provano. Mi viene in mente un ragazzo australiano (di cui non ricordo il nome) che annualmente riesce a guadagnare circa 300 mila dollari. Il tutto attraverso il proprio blog. Prima di abbandonare il Belpaese proviamo tutti insieme a dare il meglio di noi per poi non avere rimpianti.
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