I famosi provvedimenti sul lavoro
dove sono? Milioni di giovani italiani languono in attesa di una occupazione.
Aspetta e spera! In effetti piuttosto che attendere delle soluzioni dal governo
centrale sarebbe meglio darsi una “mossa” per conto proprio. Questa non vuole
essere affatto una critica rivolta ai giovani disoccupati, bensì un atto motivazionale affinché talentuosi
ragazzi possano finalmente dimostrare (prima a se stessi e poi agli altri) il
proprio valore. E’ un vero peccato che tante conoscenze non possano essere
immesse nel circuito lavoro. Potrebbero migliorare la società odierna, non
soltanto dal punto di vista tecnologico, ma anche dal punto di vista
ideologico. L’immissione di nuove idee, unite ad una partecipazione emotiva, è
senza dubbio alcuno una delle soluzioni all’assenza di innovazione
tecnologico-culturale. Cooperative di intellettuali con spiccate propensioni
naturali (ma dal senso pratico) potrebbero suscitare una ulteriore serie di
dubbi tra le tante incertezze, ma inavvertitamente, dare delle risposte
concrete in un mare di tanta approssimazione e di forte scetticismo. Dal punto
filosofico non fa assolutamente una grinza. L’attuale governo non possiede i
requisiti affinché gli under trenta possano trovare spazio all’interno di
aziende, né tantomeno all’interno delle strutture pubbliche. I concorsi, com’è
oramai noto da tempo, sono in netta diminuzione rispetto ai decenni precedenti.
Il famoso Jobs Act, tanto per scopiazzare gli americani, non ha nulla cui
riferirsi rispetto ai provvedimenti utilizzati negli USA; tutt’altra storia. Forse
credono che parlando inglese, gli italiani siano talmente stupidi, da non
capire il significato di un documento atto a creare maggiore instabilità dei
posti di lavoro? Il messaggio, signori miei, è chiaro! Siete giovani? andatevene dall’Italia, perché se aspettate un nostro
serio provvedimento state freschi! La voce della verità, a volte, fa
breccia nei cuori delle persone. Ma tornando al discorso iniziale il punto è
questo. Non c’è lavoro? Inventalo! All’Estero tanti ragazzi utilizzano la
propria creatività, grazie soprattutto al supporto di internet e delle proprie
conoscenze informatiche. Sfruttano la propria passione e la mettono a
disposizione degli eventuali fruitori (siano essi clienti e/o collaboratori). E’
chiaro che non a tutti va bene, ma quantomeno ci provano. Mi viene in mente un
ragazzo australiano (di cui non ricordo il nome) che annualmente riesce a
guadagnare circa 300 mila dollari. Il tutto attraverso il proprio blog. Prima
di abbandonare il Belpaese proviamo tutti insieme a dare il meglio di noi per poi
non avere rimpianti.