Panni davanti la pensilina del capolinea sud |
Che indossi o no la maglietta “Free
Tibet” o altre magliette inneggianti la libertà di popoli orientali poco
importa. Non è l’abito che fa il monaco, ma manco il monaco fa l’abito. E non
importa che il sindaco sia più o meno formale in occasione di eventi
particolarmente importanti di carattere civile o militare. Spesso noi cittadini
ci facciamo abbagliare da effetti “speciali” che poi si dissolvono nel nulla.
Ma da attento e libero cittadino posso tranquillamente affermare che poco o
nulla sia cambiato in questa città. E mentre è pienamente condivisibile il
fatto che Renato Accorinti abbia abbattuto con le proprie mani le “barriere
architettoniche” artificiali ed artificiose della casa comunale; che abbia
creato l’isola pedonale in centro; che spesso partecipi ad eventi di carattere
culturale-spirituale, stessa cosa non può dirsi per il resto. Si registrano,
infatti, provvedimenti sterili nel campo della pulizia delle strade, delle
piazze, delle vie di primo e secondo piano, dei vari “salotti” sparsi per la
città. Villa Dante è un vero e proprio immondezzaio a cielo aperto. Una piccola
discarica mal celata tra il verde (di già raro e carente). Discariche sparse
ovunque. Interi materassi stazionano per settimane in aree di grande affluenza.
E credetemi, è una grande sofferenza quantificare tonnellate di immondizia, più
o meno distribuita equamente, lungo arterie principali della città, nonché
nelle malandate periferie. Per non parlare del servizio di trasporto pubblico
che, sovente, fa il bello e cattivo tempo, alternando momenti di puntualità a
interi frammenti di latitanza. E la gente aspetta, aspetta, spesso silenziosa
ed insofferente. Soprattutto gli anziani. Io credo che non occorrano milioni di
euro per costituire apposite ordinanze che intanto limitino l’inciviltà dei
cittadini. L’immondizia deve essere gettata negli appositi contenitori. E
chiunque getta pacchetti di sigarette dalla propria autovettura, chiunque getta
fazzoletti dal proprio veicolo, chiunque getta carte e cartacce tranquillamente
ovunque (in totale inciviltà) dovrebbe essere severamente punito con sanzioni
amministrative da ricordare per tutta la vita, senza alcuna eccezione e senza
sconto alcuno. E’ venuta l’ora di educare il cittadino che non ama affatto la
propria città. Forse la detesta. Ma tornando al sindaco. A lui spetta il
diritto-dovere di educare il cittadino al rispetto della comunità, dell’ordine
e della disciplina. E non basta ricevere una investitura per appollaiarsi sulla
sedia, o per riempire di chiacchiere gli abitanti di una comunità abbastanza
vasta come la nostra. In definitiva: sconti a nessuno, neppure per chi rispetta
la natura ma non la fa rispettare agli altri.