Basta con gli stipendi da nababbi
fondati sul nulla! Una costante non partecipazione non può consentire di
percepire un intero stipendio. Ieri, durante la trasmissione de “La Gabbia” su
LA7, è stato fatto il punto sulla situazione relativa agli assenteisti in
Parlamento. C’è, addirittura, chi ha sole
due presenze su più di mille votazioni. Tutto ciò è inammissibile in un
paese normale! Chi non partecipa ai lavori parlamentari non ha diritto alla
retribuzione. In tempi non sospetti avevo elaborato una sorta di tabella
mediante la quale retribuire i parlamentari. I parametri da rispettare sono i
seguenti:
- - Ore di presenza in Parlamento.
- - Punti programmatici rispettati.
Combinando i due parametri
arriveremmo ad una busta paga che sia adeguata al ruolo di un parlamentare.
Data l’alta percentuale di assenteismo il Paese risparmierebbe decine e decine
di milioni di euro. Mentre risulta abbastanza semplice il calcolo del primo
parametro (un terzo del totale dell’emolumento lordo diviso il numero delle ore di presenza),
la spiegazione si fa più complessa nel secondo punto.
I punti programmatici derivano da
una precedente campagna elettorale nella quale un partito e/o una coalizione
preparano dieci punti fondamentali da esporre (secondo modalità precise) all’intera
popolazione italiana, attraverso i noti strumenti di diffusione (quotidiani,
internet, affissioni presso i comuni). Su questi ruota l’intera campagna, poiché
in caso di vittoria delle elezioni essi costituiscono i punti attraverso i
quali pagare i parlamentari del partito o coalizione vincente; ovviamente in caso di effettiva realizzazione degli stessi. L’opposizione
seguirebbe, invece, una strada diversa:
- - Ore di presenza in Parlamento.
- - Numero di provvedimenti votati.
In definitiva, allo stato
attuale, non esiste un piano “produttività” che anche questi signori dovrebbero
rispettare (come in una qualsiasi azienda privata). Se un lavoratore dipendente
privato fosse presente un giorno su sei verrebbe sbattuto fuori a calci nel
sedere. Utilizzando, invece, questi due parametri terminerebbe definitivamente
l’insulsa abitudine di mancare alle riunioni parlamentari. Se lavori vieni
pagato, altrimenti no! E poi: quello che prometti mantieni! Quantomeno per
quanto riguarda i n. 10 punti di maggiore interesse. E’ chiaro che questo
rientra in un Disegno di Legge da dibattere nei particolari, anche per formare
una commissione di controllo che possa verificare le effettive ore di presenza.
In tal senso esistono delle modalità e degli strumenti: timbrare il cartellino
in entrata ed in uscita, oppure, per quanto riguarda i punti programmatici, la
Gazzetta Ufficiale potrebbe rappresentare una sorta di “sigillo” di convalida
affinché un punto di programma venga rispettato a seguito dell’approvazione
definitiva da parte del Presidente della Repubblica.