mercoledì 5 febbraio 2014

ANALISI ATTUALE


La mancanza di lavoro porta ad assumere decisioni confuse, sconclusionate, pericolose.  Più volte ho posto l’accento su questo. I problemi di tipo psicologico, in stato di mancata e/o parziale occupazione tendono ad ingigantirsi sempre più. E gli scompensi riguardano non solo il soggetto interessato in prima persona, bensì l’intero nucleo familiare di appartenenza. Tutto si ripercuote. Una sorta di tsunami che, inevitabilmente distribuisce le proprie onde sul capo di molti. Onde di dispiacere, di tristezza, di fame, ma anche onde di solitudine. Si, perché il disoccupato gioco forza deve estraniarsi dalla società; sentirsi una roba a parte, un caso a sé stante. E fu così il primo passo verso l’emarginazione, la separazione, l’estromissione. Comincia l’uso di alcol, di tranquillanti, ecc…
In questi giorni, come sempre del resto, si odono tante inutili affermazioni relative alla Legge Elettorale, agli accordi che si realizzano nelle secrete stanze, alle soglie di sbarramento e a quelle di accoglimento. Ora, non dico che la Legge Elettorale non sia importante, ma per Dio, vogliamo (governo) dare una risposta alle migliaia di persone in stato di non occupazione, a tutti coloro i quali non hanno visto MAI un lavoro in vita propria e che mai lo vedranno? Una risposta a coloro i quali non possono andare né in pensione né lavorare. Ma costoro (governo) come vanno a dormire la sera? Battendosi le mani sul petto perché orgogliosi, oppure piangenti o rammaricati per quello che ancora non è stato fatto (mai fatto) a favore del Popolo?

Qui c’è poco da scherzare, ma tanto da incazzarsi (e di brutto anche). E come dare torto a Grillo quando sostiene che il suo movimento tiene a bada la rabbia delle piazze? Ha ragione! Ha perfettamente ragione! E poi la risposta è semplice. La gente starà alla finestra fino alle prossime elezioni. Vorrà contare i voti del M5S ed agire di conseguenza (scendere in piazza o affidarsi a questi ultimi dal peso governativo). Attenzione perché non esistono altri baluardi della democrazia, se non quelli legati alla fattività di opere e lo sviluppo di atti concreti che possano attribuire a tutti i cittadini la dignità di persona, di operaio, di impiegato e quant’altro. Insomma, o si dà il lavoro alle persone, oppure saranno loro a darne alle istituzioni.  
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