domenica 16 marzo 2014

LA PROPOSTA


Così come previsto nessuno ha tenuto in considerazione la proposta relativa alla possibile creazione di 800.000 nuovi posti di lavoro. A questo punto manca la volontà di prendere in esame qualsiasi provvedimento venga partorito da menti che esulino dal PD. Menti libere, senza costrizioni di sorta; senza nessuno che dica loro cosa pensare e perché. La realtà è che NESSUNO dai partiti tradizionali vuole bene al proprio Paese. NESSUNO dei partiti che hanno radici ben profonde, piantate e coltivate nel corso degli anni, vuole la risoluzione definitiva dei “malanni” italici. Io ritengo che una proposta, se valida, non debba necessariamente essere filtrata attraverso l’appartenenza politica o una simpatizzazione di parte. Una proposta deve essere vagliata per i contenuti e non per l’origine dalla quale è stata partorita. Poi è chiaro che esistono le storture, e cioè, dirottamenti verso interessi non comuni: proposte soggettive, ovvero dai caratteri oggettivi imprescindibili, che si legano ad un senso di appartenenza, e quindi, di interesse personale o di gruppo. Per cui il dilemma sta tutto nel seguente interrogativo: chi determina la validità di una proposta? Semplice, molto semplice direi: i cittadini. Sono loro che hanno il diritto di decidere del proprio destino. Costoro non hanno bisogno di leggi ad personam o ad partitum. Costoro se ne infischiano degli interessi di bottega, com’è giusto che sia. Ed in effetti, una profonda contraddizione sta proprio nel fatto che i parlamentari dovrebbero rappresentare gli interessi dei cittadini. Tutto ciò avviene molto di rado, o quasi mai. No, non si tratta di qualunquismo. Vedete, quando il disagio prende buona parte della comunità, lasciando estromessa quella dei ricchi qualcosa non quadra. Eppure basterebbe una semplice patrimoniale per i redditi alti a restringere la forbice tra ricchi e poveri. In tal modo il divario verrebbe sanato apportando puro ossigeno alle classi più deboli del Paese. Ed invece, questo non lo si fa. Fortissimi interessi legati alle lobby collegate ai ricchi e potenti impediscono di agire in tale direzione. Ma tornando alle proposte. Esse sono sbiadite e per tali vanno osservate. Non hanno colori. O meglio, l’unico colore ammissibile è quello che identifica gli italiani sotto un’unica bandiera. Un insieme di colori suddiviso in tre parti: verde, bianco e rosso. Colori della bandiera nazionale che potrebbero essere così descritti: verde (colore della idee legate alla natura del territorio); bianco (purezza delle idee); rosso (idee che tengono conto delle storture del passato e che si sono evolute dopo tanto sangue versato).
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