Così come previsto nessuno ha
tenuto in considerazione la proposta relativa alla possibile creazione di 800.000
nuovi posti di lavoro. A questo punto manca la volontà di prendere in esame
qualsiasi provvedimento venga partorito da menti che esulino dal PD. Menti libere,
senza costrizioni di sorta; senza nessuno che dica loro cosa pensare e perché. La
realtà è che NESSUNO dai partiti tradizionali vuole bene al proprio Paese.
NESSUNO dei partiti che hanno radici ben profonde, piantate e coltivate nel
corso degli anni, vuole la risoluzione definitiva dei “malanni” italici. Io
ritengo che una proposta, se valida, non debba necessariamente essere filtrata
attraverso l’appartenenza politica o una simpatizzazione di parte. Una proposta
deve essere vagliata per i contenuti e non per l’origine dalla quale è stata
partorita. Poi è chiaro che esistono le storture, e cioè, dirottamenti verso
interessi non comuni: proposte soggettive, ovvero dai caratteri oggettivi
imprescindibili, che si legano ad un senso di appartenenza, e quindi, di
interesse personale o di gruppo. Per cui il dilemma sta tutto nel seguente
interrogativo: chi determina la
validità di una proposta? Semplice, molto semplice direi: i cittadini. Sono loro che hanno
il diritto di decidere del proprio destino. Costoro non hanno bisogno di leggi
ad personam o ad partitum. Costoro se ne infischiano degli interessi di
bottega, com’è giusto che sia. Ed in effetti, una profonda contraddizione sta
proprio nel fatto che i parlamentari dovrebbero rappresentare gli interessi dei
cittadini. Tutto ciò avviene molto di rado, o quasi mai. No, non si tratta di
qualunquismo. Vedete, quando il disagio prende buona parte della comunità,
lasciando estromessa quella dei ricchi qualcosa non quadra. Eppure basterebbe una semplice patrimoniale
per i redditi alti a restringere la forbice tra ricchi e poveri. In tal
modo il divario verrebbe sanato apportando puro ossigeno alle classi più deboli
del Paese. Ed invece, questo non lo si fa. Fortissimi interessi legati alle lobby
collegate ai ricchi e potenti impediscono di agire in tale direzione. Ma tornando
alle proposte. Esse sono sbiadite e per tali vanno osservate. Non hanno colori.
O meglio, l’unico colore ammissibile è quello che identifica gli italiani sotto
un’unica bandiera. Un insieme di colori suddiviso in tre parti: verde, bianco e
rosso. Colori della bandiera nazionale che potrebbero essere così descritti:
verde (colore della idee legate alla natura del territorio); bianco (purezza
delle idee); rosso (idee che tengono conto delle storture del passato e che si
sono evolute dopo tanto sangue versato).