In questo momento si parla molto
di approvare “L'Italicum”. Io parlerei molto volentieri di “Mandatum”. Massimo due
mandati per ogni parlamentare. E’ inammissibile avere deputati e senatori
che in Parlamento hanno fatto la “muffa”. Hai più di due mandati??? Fuori! Per
l’equa legge (non scritta) dell’alternanza sarebbe giusto dare spazio a nuove persone, ad un
ricambio generazionale. E fino a quando a nominare gli eletti saranno le
segreterie questo non sarà possibile. Per cui la nuova Legge elettorale
dovrebbe restituire agli italiani il proprio ed importantissimo ruolo di
elettori. Esiste una netta differenza tra un “numero” (un cittadino che vota)
ed un elettore (che nomina dietro propria scelta). Ma il “bavaglio” è stato
messo a tutti coloro i quali faticosamente si dirigono alle urne, mentre sono
stati letteralmente “acciaccati” coloro i quali non si dirigono alle urne. Lo
fanno da anni ormai, essendo totalmente sfiduciati. E come dare torto a questi
ultimi? E come dare torto a coloro i quali vorrebbero dire la propria
relativamente alle scelte dei candidati? Altro punto fondamentale il
comportamento tenuto dagli eletti, siano essi deputati o senatori, all’interno
dei propri schieramenti. E’ inaccettabile che gli espulsi o dissidenti passino
al “Gruppo Misto” oppure presso uno schieramento politico totalmente avverso
rispetto al voto ricevuto dagli elettori.
Chunque, per una qualsiasi motivazione dovesse non condividere la condotta del
proprio partito o movimento di appartenenza e come risultante attuasse un comportamento scorretto e/o ostruzionistico dovrebbe automaticamente decadere dal
proprio incarico di deputato o senatore. E questo dovrebbe essere
espressamente indicato nella nuova Legge elettorale. Cioè, non dovrebbe essere
facoltà dell’eletto decidere sul da farsi. Ciò consentirebbe un minimo di coerenza
tra l’indicazione derivante dalle urne ed il destinatario di tale indicazione.
Ovviamente il posto lasciato libero potrebbe essere rimpiazzato dall’eletto
arrivato alle spalle del primo (cioè il secondo classificato al termine delle elezioni) mantenendo integri i seggi predeterminati. A
fine legislatura il soggetto sarà libero di poter scegliere il partito da
seguire per poi essere ricandidabile. Farlo, però, in corsa costituisce, a
mio avviso, un vero e proprio “tradimento” ai danni degli elettori. Sarebbe
come mischiare le carte a partita in corso quando un giocatore registra un
poker d’assi. Le regole del “gioco” non possono essere stravolte a proprio
piacimento, ma vanno rispettate a prescindere dall’andamento della legislatura.
In caso contrario non sono regole, ma comportamenti “umorali” dettati dal
momento, per cui soggetti ad altalenanti atteggiamenti, spesso ingiustificati.