mercoledì 5 marzo 2014

IL "MANDATUM"


In questo momento si parla molto di approvare “L'Italicum”. Io parlerei molto volentieri di “Mandatum”. Massimo due mandati per ogni parlamentare. E’ inammissibile avere deputati e senatori che in Parlamento hanno fatto la “muffa”. Hai più di due mandati??? Fuori! Per l’equa legge (non scritta) dell’alternanza sarebbe giusto dare spazio a nuove persone, ad un ricambio generazionale. E fino a quando a nominare gli eletti saranno le segreterie questo non sarà possibile. Per cui la nuova Legge elettorale dovrebbe restituire agli italiani il proprio ed importantissimo ruolo di elettori. Esiste una netta differenza tra un “numero” (un cittadino che vota) ed un elettore (che nomina dietro propria scelta). Ma il “bavaglio” è stato messo a tutti coloro i quali faticosamente si dirigono alle urne, mentre sono stati letteralmente “acciaccati” coloro i quali non si dirigono alle urne. Lo fanno da anni ormai, essendo totalmente sfiduciati. E come dare torto a questi ultimi? E come dare torto a coloro i quali vorrebbero dire la propria relativamente alle scelte dei candidati? Altro punto fondamentale il comportamento tenuto dagli eletti, siano essi deputati o senatori, all’interno dei propri schieramenti. E’ inaccettabile che gli espulsi o dissidenti passino al “Gruppo Misto” oppure presso uno schieramento politico totalmente avverso rispetto al voto ricevuto dagli elettori. Chunque, per una qualsiasi motivazione dovesse non condividere la condotta del proprio partito o movimento di appartenenza e come risultante attuasse un comportamento scorretto e/o ostruzionistico dovrebbe automaticamente decadere dal proprio incarico di deputato o senatore. E questo dovrebbe essere espressamente indicato nella nuova Legge elettorale. Cioè, non dovrebbe essere facoltà dell’eletto decidere sul da farsi. Ciò consentirebbe un minimo di coerenza tra l’indicazione derivante dalle urne ed il destinatario di tale indicazione. Ovviamente il posto lasciato libero potrebbe essere rimpiazzato dall’eletto arrivato alle spalle del primo (cioè il secondo classificato al termine delle elezioni) mantenendo integri i seggi predeterminati. A fine legislatura il soggetto sarà libero di poter scegliere il partito da seguire per poi essere ricandidabile. Farlo, però, in corsa costituisce, a mio avviso, un vero e proprio “tradimento” ai danni degli elettori. Sarebbe come mischiare le carte a partita in corso quando un giocatore registra un poker d’assi. Le regole del “gioco” non possono essere stravolte a proprio piacimento, ma vanno rispettate a prescindere dall’andamento della legislatura. In caso contrario non sono regole, ma comportamenti “umorali” dettati dal momento, per cui soggetti ad altalenanti atteggiamenti, spesso ingiustificati.
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