venerdì 10 febbraio 2017

OCCUPOLIS - come abolire la disoccupazione e l'inoccupazione

La proposta di SENONLAVORO.

Se ogni componente di una famiglia, per esempio napoletana, versasse 1 euro al mese per dodici mesi si otterrebbe un importo annuo pari a euro 11.653.164 circa (abitanti 971.097 * 12). Ebbene detto importo diviso per uno stipendio medio mensile pari a euro 800,00 (moltiplicato per 2 per via dei contributi previdenziali e tasse) e quindi euro 1600 X 12 = 19.200 euro annui per lavoratore comporterebbe la possibile assunzione di 606 dipendenti nel Comune di Napoli.
Ora supponiamo che una famiglia sia composta da 4 persone presenti nel medesimo stato di famiglia, ciò comporterebbe l’assegnazione di 4 dipendenti "figurativi" a suddetta famiglia. E cioè, detta famiglia in un anno verserebbe l’importo di euro 48,00. Applicando, per esempio, un coefficiente di “ritorno” la famiglia avrebbe un beneficio in termini di sgravi fiscali supplementari annui pari a (euro 48,00 * 1,5 = euro 72,00). Quindi se è vero che la famiglia in questione ha contribuito con 48 euro all'assunzione di n. 4 dipendenti "figurativi" è anche vero che ha un ritorno superiore a quanto versato, e cioè, una decurtazione supplementare dei tributi per euro 24,00 (48,00+24,00=72,00 euro).
Detta soluzione presenterebbe dei vantaggi, sia per la famiglia che risparmia sui tributi locali che per il lavoratore in cerca di occupazione. Un terzo vantaggio lo avrebbe lo Stato che ridurrebbe in modo stabile la disoccupazione.
L’impiego dei dipendenti sarebbe mirato esclusivamente a ridurre i costi di bilancio. Per esempio assegnando loro competenze che, solitamente, vengono assegnate in esterna, oppure funzioni di controllo per evitare gli sprechi. Qualsiasi impiego andrebbe bene, purché finalizzato alla “monetizzazione” del loro impiego.  
In parole povere detti lavoratori dovrebbero portare materialmente nelle casse comunali quantomeno un importo pari a quello che poi dovrà tornare sottoforma di sgravi alle famiglie che hanno contribuito alla loro assunzione. Una possibile soluzione, ad esempio, potrebbe essere quella di far produrre loro, secondo le proprie competenze, oggetti da immettere sul mercato attraverso canali privilegiati, anche informatizzati, oppure di prestare servizi a costi più competitivi per conto dei comuni rispetto ai privati. Il tutto sotto legida del comune.
L’assegnazione di uno o più lavoratori alle famiglie seguirebbe dei criteri ben precisi. Più la famiglia è numerosa e, quindi, maggiore sarà il contributo da essa apportato, maggiori dovranno essere le capacità del lavoratore nel poter “tornare” alla famiglia l’equivalente monetizzazione in termini di sgravi fiscali.
L’assegnazione dipenderebbe tenendo in considerazione anche i titoli di studio conseguiti ed il carico familiare del lavoratore stesso.
L’occupazione potrebbe essere a tempo determinato o a tempo indeterminato, oppure a rotazione di 24 mesi in modo da dare occupazione a più persone possibili. Tutto dipende dal numero di disoccupati presenti nel comune.
La cosa potrebbe essere estesa anche alle aziende, in base al numero di dipendenti, aumentando così il numero di occupati in pianta stabile.
Per esempio se un’azienda avesse n. 12 lavoratori essa contribuirebbe per euro 144,00 annui (euro 12,00 * 12 mesi). Ciò vuol dire che le verrebbero assegnati altrettanti lavoratori figurativi (n. 12) con uno sgravio supplementare sui tributi locali pari ad euro (144,00 * coefficiente 1,5) = euro 216,00.

Il coefficiente, sarebbe comunque modificabile all'occorrenza, e cioè in base a precisi parametri. L’importante che esso sia sempre superiore a 1,2.
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