martedì 18 settembre 2012

IL MOMENTO DELLA VERITA'

Italiani non fatevi abbindolare dal solito raccattatore di voti. Pensate con il vostro cervello. Non pensiate di cambiare le cose con il solito sistema: "si ritengo questo politico farà ciò che desidero". 
Purtroppo il grado di ingenuità italiano è molto alto ed egli (l'italiano) sta ad ascoltare chiunque senza a stare a chiedersi il perché di un determinato comportamento. Nel politichese è facile promettere. Personalmente ritengo che una promessa elettorale non conti nulla se non supportata da una conseguente realizzazione. Intendo dire che bisognerebbe smettere di promettere e di non mantenere. Se prometti e vai al governo devi obbligatoriamente rispettare quanto dichiarato precedentemente altrimenti il voto è nullo. Questa è la legge (che non verrà mai approvata) sulla quale puntare per un solido e funzionale sistema.
Ma voi pensate davvero che avverrà la riduzione dei parlamentari? Pura utopia.
Ma voi credete che Grillo non finirà per allearsi con i potenti? Pura utopia.
Allora qualcuno di voi si domanderà: "come cambiare il sistema di cose?".
Semplice! Imponendo la nostra volontà. Creando apparati che obblighino i politici, uno a essere filtrati, due a mantenere obbligatoriamente quanto promesso, pena la decurtazione dello stipendio in proporzione delle opere promesse e non compiute. Terzo punto, il controllo del loro operato.
Una commissione di cittadini (anche loro filtrati e quindi puri e immacolati) che verifichi, non solo sotto il profilo produttivo ma sotto il profilo etico e morale il comportamento di ogni singolo parlamentare.
Cioè la commissione parlamentare dovrebbe essere composta da cittadini eletti esclusivamente per tale compito. E quindi, da persone di particolare spicco e merito.
Nel momento in cui si verifica il "reato" spetterebbe a loro decidere sul destino dei componenti il Parlamento.
Aggiungo a quanto detto che, chiaramente, esso dovrebbe essere un organo completamente estraneo sia ad interessi di poltrona che a quelli di potere in senso stretto.
Un organo svincolato che possa decidere senza alcuna pressione e che deve dare conto del suo operato, a sua volta, ai cittadini italiani che lo hanno eletto esclusivamente per tale compito.
Perché tutto ciò non si fa? Perché tutto rimane insabbiato?
Semplice, perché l'attuale legge elettorale permette dei favori esclusivi ai signori politici che costituiscono detto sistema. 
Come può un sistema rivoltarsi contro se stesso? Sarebbe come dire che mi auto punisco per ciò che ho commesso. Tanto alla fine la pena da attribuire a me stesso la quantifico da me.


giovedì 10 maggio 2012

SUICIDIO? NO GRAZIE

NO NON REGGO PIU' IL PESO DELLA VERGOGNA
MA NON VOGLIO SENTIRMI UNA CAROGNA.
NO NO NON VOGLIO DIRE ADDIO ALLA VITA
AL COSTO DI MANGIARE FORMAGGIO GIU' IN CANTINA.
NO IO NON MI SENTO IN CONDIZIONE
DI COSTRUIRMI UNA POSIZIONE.
NO MI SENTO COSI' ABBATTUTO
CHE MI METTEREI DENTRO UN IMBUTO.
LI DENTRO A SOFFOCARE 
SENZA PIU RESPIRARE.
VORREI FARLA FINITA
E' LA PAURA DELLA VITA.
MA ALLA FINE MI CHIEDO?
HO FATTO TUTTO QUANTO NEL MIO CREDO?
OPPURE NEL FUTURO IN FONDO IO CI SPERO?
QUESTO NON LO SO.
STO PER FARLA FINITA CON L'ESISTENZA
MA UNA VOCE MI SUONAVA IN COSCIENZA:
"TU CE LA PUOI FARE.
NON DEVI MOLLARE".
PROVACI PROVACI CON CAPARBIETA'
SENZA ANDARE A CHIEDERE PIETA'.
ALLORA HO COMINCIATO A VEDERE LE COSE
DAL VERSO GIUSTO LOTTANDO CON ME STESSO
SENZA DISGUSTO.
SI IO SONO FORTE
ANCHE SE CON IL MONDO L'HO A MORTE.
TANTA FATICA MA RIEMERGERO' 
E NEL MONDO PIU' TOSTO E FIERO TORNERO'.

POESIA DELLA SPERANZA E DELLA LOTTA
DEDICATA ALLE VITE SPENTE DALLA CRISI

martedì 1 maggio 2012

Primo maggio: ribattezzata da festa dei lavoratori a festa degli inoccupati


E venne il primo maggio: “festa dei lavoratori”. Di certo la festa più ipocrita che si possa festeggiare in un momento di crisi profonda del lavoro. In questa occasione un concetto va puntualizzato. Ricordando che la nostra dovrebbe essere una Repubblica fondata sul lavoro, secondo i dettami dell’art. 1 della Costituzione, e che detto articolo andrebbe attuato, non si può fare finta di niente. Analizzando lo status attuale dei potenziali lavoratori si entra in una contraddizione senza eguali. Mi chiedo, infatti, che valore abbia un articolo privo di fondamenta. Mi chiedo che valore abbia una Costituzione, in lunga parte non attuata. Chi protegge il lavoro di chi? Chi lo tutela? I sindacati che non assumono neppure all’interno delle proprie strutture? (seconda contraddizione). L’Italia è il paese dei paradossi.
L’antitesi lavoratore – disoccupati non è del tutto corretta, poiché buona parte degli italiani non ha mai lavorato. Allora sarebbe più corretto fare la contrapposizione tra lavoratori e inoccupati, cioè persone che non hanno mai avuto il piacere di vedere il proprio nome scritto su di un libro paga. Poiché il concetto di disoccupato appartiene a colui il quale ha lavorato in precedenza mi sembra giusto evidenziare lo stato più grave di chi non ha mai avuto un contratto di lavoro.
E quanti sono coloro i quali non hanno mai lavorato? Tanti. Mi riferisco a uomini e donne. Queste ultime patiscono senz’altro un maggiore stato di disagio. La rassegnazione ha preso in loro il sopravvento. Una condizione psichica grave che coincide con una stagnante rinuncia alla ricerca affannosa di lavoro. Un vero e proprio disarmo mentale per il raggiungimento di un obiettivo minimo di dignità. L’equazione lavoro uguale dignità mi sembra corretta. Un diritto-dovere che sta alla base della società civile.
E chi dovrebbe provvedere alla tutela di questo diritto-dovere? Semplice, la politica. Ma cosa fanno i nostri tutori della Costituzione? Un bel niente! Non hanno ancora capito che il lavoro muove i consumi e, quindi, lavoro porta lavoro. Ma spiegatelo a questi signori.
I fatti parlano chiaro. Io non mi soffermerò sulle percentuali legate allo stato degli inoccupati, bensì alle conseguenze della mancanza di lavoro. Numerosi suicidi vengono compiuti da: inoccupati, disoccupati, ex imprenditori. A questi aggiungerei anche potenziali omicidi. Si, perché nel momento in cui una famiglia viene privata del minimo per sopravvivere subentra una sorta di protezione, da parte del capofamiglia, nei confronti degli altri componenti. Per evitare che questi patiscano ulteriori umiliazioni dettate dalla fame, vengono soppresse. Un gesto per molti inconcepibile, per altri necessario. Una sorta di eutanasia scaturente non da uno stato di salute grave, bensì da una condizione psichica assurda si instaura nella mente di molti.
Allora buon primo maggio ai fortunati lavoratori e buon primo maggio a tutti coloro i quali sognano di poterlo festeggiare. Forse un giorno, chissà.


domenica 25 marzo 2012

Single Sensual Night

A Messina nasce una nuova realtà radiofonica: "Single Sensual Night", appuntamento radiofonico che va in onda tutti i venerdì sera dalle ore 24 sino a notte inoltrata su Radio Messina International. Alla conduzione del programma: Marzio Costa e Salvatore Castorina. I temi affrontati fanno riferimento alla sfera del sesso, cercando di sviscerare tutti gli aspetti che caratterizzano un mondo costituito da tabù fittizi. Ai conduttori si sommano le voci di altre due collaboratrici microfoniche: Marisa e Gisella. Notevole spazio viene riservato agli ascoltatori e ad ospiti che interverranno di volta in volta nel corso delle puntate. Il tema trattato nel corso del primo appuntamento: il tradimento.
"Single Sensual Night" non viene riservato ai soli single, bensì a tutti coloro che vivono quotidianamente difficoltà amorose e cercano di capirne di più. Si può essere soli anche tra migliaia di persone. 
La trasmissione può essere seguita in streaming al sito: www.radiomessinainternational.it. Essa, inoltre, è presente su Facebook: https://www.facebook.com/groups/136038633190367/ e su Twitter: https://twitter.com/#!/SingleSensualN.


mercoledì 21 marzo 2012

Inconcepibile!!!

Non vorrei essere monotono, ma non è possibile che un'altra vita umana possa togliersi dalla faccia della Terra perché senza lavoro. Un giovane barese di 29 anni, infatti, ha deciso di farla finita. La sua situazione familiare, estremamente delicata: la perdita del posto di lavoro e l'assoluta mancanza di prospettiva gli hanno fatto prendere una decisione, che dire tragica è poco. E' mai possibile che nella stanza dei bottoni nessuno pensi a questi poveri cristi? Nessuno che abbia un briciolo di vergogna o di commozione? Nessuno che voglia risolvere questo maledetto cancro della società? Basta! Basta! Basta! E che non si dica che sono persone deboli. La dignità di coloro che sottraggono la propria esistenza alla vita viene lesa, grazie alla mancanza di un apparato sociale concreto, all'attuazione di norme che possano concedere un minimo di sostentamento. Ripeto, non vorrei essere monotono, ma nel resto d'Europa, in particolar modo in Germania, esistono degli ammortizzatori sociali concreti e consistenti, i quali fanno si che la persona non possa perdere né la propria dignità, né la speranza di poter sopravvivere anche con poco. Lo stato procura un posto di lavoro e lo sottopone al disoccupato, il quale, in caso di rinuncia perderebbe i diritti acquisiti a seguito del licenziamento. In parole povere, lo stato chiede al soggetto se intende svolgere quel tipo di lavoro. In caso di risposta negativa allo stesso non viene concordato più alcun aiuto. 
Ritengo che questo modo di ragionare, sviluppato dai parlamentari tedeschi, in attuazione del Welfare, sia assolutamente inappuntabile. 
Mi chiedo. Ma neanche a scopiazzare dagli altri paesi europei i nostri "rappresentanti" sono in grado di fare il minimo indispensabile? Mah. Rimango sempre più senza parole.




giovedì 8 marzo 2012

AI DISOCCUPATI D'ITALIA


Da qualche giorno ho fatto rientro nella mia città. Ebbene è sempre più viva in me la convinzione che la stessa viva, sempre più, sotto una cupola di prostrazione e rassegnazione. Una città abbandonata a se stessa dove la gente si priva pure di una semplice passeggiata per risparmiare anche il denaro da spendere per un gelato, per un presente personale o rivolto ai propri cari. Il sapore della sfida è stato totalmente annientato. In tal senso occorre dire che, in realtà tale ideologia viene utilizzata quale leva da sfruttare per utilizzare l’intelletto e la professionalità dei giovani al fine di costruire interessi di piccoli imprenditori senza scrupoli. Essi, approfittando del grave stato di necessità in cui versano molte famiglie messinesi, inducono i tanti disoccupati del luogo a sognare lauti guadagni che, in realtà, si tramutano in profonde delusioni. “Se vuoi lavorare per me vieni retribuito soltanto a provvigione, a patto che tu non produca un volume di contratti o di contatti al fine di percepire una minima quota fissa”. Il giovane, preso dalla disperazione intraprende questa strada, si mette in discussione e si impegna per ore ed ore di lavoro al fine di raggiungere l’obiettivo prefissato dai titolari l’azienda. Intanto le ore passano e i risultati, nonostante l’impegno profuso non arrivano. In se si avviluppa un senso di sconforto e di delusione, ma non viene meno all’impegno preso. Si alza presto la mattina, prende la macchina o i mezzi pubblici (quando e se passano) e si dirige sul luogo di lavoro; senza alcuna tutela né di tipo contrattuale né di tipo assicurativo. In questo panorama dipinto dalla realtà dei fatti gli imprenditori senza scrupoli non si pongono alcun problema: “tanto se tot giovani vanno via se ne presentano altri ed altri ancora a supplire al loro lavoro. Così noi abbiamo in forze ragazzi che lavorano senza percepire alcunché, neppure i danari delle spese. Tanto non arriveranno mai alla quota minima prefissata per essere pagati, e nella migliore delle ipotesi, riescono a raccogliere le briciole. La cosa disarmante in tutto questo è la mancata reazione di dignità che non vedo negli occhi spenti o a malapena sorridenti di coloro che vivono un inferno dipinto di vane speranze, se non quelle di prendere un borsone e andare via verso l’ignoto, verso il rispetto della propria persona, verso un mondo migliore. Qualcuno ha anche il coraggio di difendere tale sistema e quasi si arrabbia quando vado a smontarlo con i miei ragionamenti. Personalmente nutro un sentimento di rabbia, mai di rassegnazione. Chi vive la realtà meridionale, presto finisce per essere ingoiato in un vortice senza ritorno, risucchiato verso la fine. In questa visione pessimistica, però, vorrei invitare i miei concittadini e con essi i cittadini d’Italia ad uno scatto d’orgoglio, a non accettare passivamente un sistema corrotto interiormente munito di profonde fondamenta che andrebbero estirpate per lasciare posto ad una visione moderna e funzionale. In un recente passato ho lottato personalmente contro le istituzioni locali per un mio diritto, un diritto sancito dalla Costituzione che non è mai stato rispettato. I poteri forti hanno prevalso, ma continuerò a lottare affinché la mia dignità non venga mai più calpestata e mortificata.

lunedì 5 marzo 2012

Numerosi suicidi a causa della disoccupazione

Una situazione drammatica derivante dalla crisi economica che sconvolge il panorama nazionale ed internazionale. Molti imprenditori e disoccupati devastati dalla crisi spesso si tolgono la vita. La disperazione e l'incertezza sul futuro sono la causa della sottrazione alla fiducia nel presente e nel futuro. Potrei elencare una serie innumerevole di episodi relativi a suicidi; mi limiterò a segnalare l'ultimo caso eclatante: ovvero il suicidio di un dipendente sanremese avvenuto il 25 febbraio scorso. Un elettricista di 47 anni si è tolto la vita sparandosi con una pistola. I familiari rifriscono che era caduto in una profonda depressione dopo il licenziamento. Egli era stato licenziato qualche settimana fa dalla ditta nella quale lavorava da molti anni. Dopo aver cenato con la sua compagna è sceso in cantina e si è sparato con una Smith & Wesson calibro 28 di sua proprietà.
Perdere la vita a causa di un sacrosanto diritto, il lavoro, rappresenta un segno emblematico di come si giunga ad uno stato di depressione tale da perdere il controllo delle emozioni e delle azioni.
L'innesco a catena di una serie di reazioni che coinvolgono in primis la famiglia avvia un processo di autodistruzione del soggetto e dei propri cari.
Il governo deve avere come priorità il lavoro e far si che si possa risolvere un problema annoso che coinvolge migliaia di cittadini italiani afflitti dalla piaga del secolo.

sabato 11 febbraio 2012

CENTRA L’AMBO SECCO!


Da qualche giorno è attivo il mio nuovo blog relativo al gioco del lotto. Per effetto di una passione coltivata nel tempo per la statistica e, grazie, all’impegno applicato nella scienza dei numeri, mediante continui studi ed esperimenti sono riuscito a realizzare una serie di notevoli risultati. Nel blog troverete anche qualche previsione gratuita e avrete la possibilità di acquistare un singolo ambo o più ambi. Esistono anche delle liste complete di ambi, ruota per ruota scontate del 50% (meno di 0,50 centesimi per ambo). Ho concentrato tutta la mia attenzione alla ricerca di soli ambi secchi, e cioè, di quegli ambi che consentono con un solo euro una vincita pari a euro 235,00. Allo stato attuale in sole 19 estrazioni sono stati estratti ben 33 ambi secchi. Il blog è presente alla pagina http://ambomagico.blogspot.com. Se siete appassionati di lotto o, semplicemente curiosi di sapere di cosa si tratti andate a visitarlo. Chiunque volesse saperne di più potrà scrivere alla seguente mail: ambo magico@gmail.com

sabato 4 febbraio 2012

POESIA DI UN PRECARIO


Sono un precario e lavoro ad orario.
Sono assai contento, mi sento un portento.
Svolgo la mole di lavoro cantanticchiando e ridacchiando.
Sono davvero contento di andare in giro per la città
per cercare lavoro qua e la.
E quando lavoro sto sereno pensando che a giorni
riprendo i dintorni.
Due o tre mesi al massimo
mi sembra il minimo.
Che bello, però, cambiare sempre colleghi
almeno ti sleghi.
Troppi contatti umani, che palle, troppa monotonia,
non vedo l'ora di poter andar via.
Tanto io sto tranquillo che sono assicurato
me lo hanno sempre dimostrato (forse).
Se sono malato, ma che importa
rimango a casa dietro la porta.
Tanto me lo pagano (forse) e riesco a sbarcare il lunario
boh! sarà il mio calendario o hanno cambiato orario.
In ogni caso le banche mi danno credito
e non lo dico per discredito (si).
Spesso non arrivo alla seconda settimana del mese
e non mangio neppure la caprese.
Mi arrangio qua e la, evviva la felicità.
Caritas, chiese, amici e parenti tutti allegri e divertenti.
Che bei momenti.
Sono certo del mio futuro (forse)
dipinto in chiaro scuro (sicuramente).
Ma io rimango fiducioso
e mai più pernicioso.
Mi commuovo quasi all'idea
che qualcuno mi baci. una Dea.
No no quella è sempre bendata
o qualcuno l'ha menata.
Tanto ho mia moglie vicino
è li che mangia un panino.
E i miei figli allegri anche loro.
Sono spensierati anche se a volte hanno tanta fame
e mi cercano il pane.
Che bello il mio mondo!
Unico nel suo genere,
non è mai monotono
e mi lascia belle prospettive
come quelle delle persone dive.
Io ho tutto: amore, denaro, salute,
peccato che mi manca il lume.
Si il lume della ragione
sperando di non finire in prigione.

SALVATORE CASTORINA

martedì 17 gennaio 2012

Intervista a Fabrizio Frosio Presidente del P.D.A. (Partito delle Aziende)


Stamane  ho avuto il piacere di realizzare un’intervista telefonica con Fabrizio Frosio Presidente del  P.D.A. (Partito delle Aziende) piccole e medie imprese. Sono stati affrontati diversi temi anche in occasione della prossima manifestazione che si terrà a Roma a Piazza Monte Citorio il 19 gennaio prossimo dalle ore 08:00. Vi consiglio vivamente di leggerla perché offre dei notevoli spunti di riflessione. Grazie anticipatamente a tutti voi.

Come nasce il partito?
“Il partito delle aziende nasce dall’idea di due imprenditori, un bresciano ed un veronese, che capiscono l’esigenza di una rappresentanza diretta della piccola azienda, quella fatta da persone e non da multinazionali all’interno del Parlamento, perciò creano un progetto politico e non un’associazione di categoria che ha come unico obiettivo la presentazione di una propria lista alle prossime elezioni nazionali del 2013.” 

Come definisce lo stato attuale delle imprese medio-piccole?
“Uno stato disastroso. La percentuale dei fallimenti è cresciuta del 68% proprio nella PMI (Piccola Media Impresa).Tutte le direttive provenienti dall’Europa, dove esiste una grande rappresentanza di grossi gruppi e multinazionali, hanno inciso negativamente gravando sulle piccole e medie imprese, nonché su famiglie e lavoratori. La grande pressione fiscale, i continui adempimenti, anche legislativi, che gravano sulle imprese medio-piccole, che non hanno delle adeguate strutture per supportarli, hanno notevolmente influito sulle condizioni attuali delle stesse. La crisi ha completato l’opera. Il risultato è questo.”

In tema di evasione fiscale il blitz di Cortina ha lasciato o no degli strascichi?
“Certo. L’operazione compiuta, oltre ad essere stata di tipo mediatico è stata compiuta contro delle strutture e delle persone che non possono essere definite imprenditori, poiché l’imprenditore vive del proprio lavoro, cioè fa per creare; questi non hanno creato niente se non un giro di fatture false o grandi bufale finanziarie atte a tirar su dei guadagni a scopo proprio; noi invece puntiamo ad un’azienda che curi anche la parte sociale, cioè creare lavoro e posti di lavoro che possano far star bene non solo le aziende ma anche i propri dipendenti. In tal senso abbiamo tra i nostri programmi quello di incentivare le imprese nel dividere parte degli utili con i dipendenti in modo da creare un legame indissolubile che già esiste nella piccola azienda.”

Come vedete l’applicazione del cosiddetto “contratto di solidarietà”?
“Va migliorato perché ci sono delle strategie migliori da mettere in campo. Noi abbiamo proposto addirittura una sorta di SPA senza azioni fatta dalla piccola impresa. Cioè imprenditore e dipendenti che siano padroni della stessa azienda con quote diverse che possano creare anche un indotto ripartendosi sia il bene e il male dell’azienda. Potrebbe essere la soluzione a tutti i problemi italiani. In tal senso sono stati effettuati dei test molto positivi che hanno visto addirittura ex dipendenti diventare imprenditori. Il caso Luxottica, per esempio, ha fatto scalpore per via di  una serie di accordi creati tra imprenditore e dipendenti. Questo nella piccola azienda avviene ogni giorno, ma non suscita grandi clamori evidentemente. Vede l’azienda, in realtà, è una piccola famiglia dove ambedue le figure (imprenditore e dipendenti) hanno gli stessi problemi e le stesse necessità.”

Cosa le piccole e medie imprese ritengono oggi inaccettabile in merito ai provvedimenti attuati dal governo?
“Troviamo ingiusto che a dover pagare siano nuovamente famiglie e aziende piccole e non sia mai la grande industria e le banche né il governo. Perché questo governo ha saputo fare una grande razzìa mettendo tante tasse, ma non è stato capace di fare i tagli che doveva fare. Era necessario fare quello. Il problema dell’Italia non è la crisi o la mancanza di lavoro, quello è un fattore straordinario.  Il problema del nostro paese è che stiamo subendo da anni l’incancrimento di un sistema talmente pesante che non più essere più retto. Allora una miriade di enti inutili andrebbero tagliati, così come avvenuto, ad esempio, in Germania in soli tre giorni e non in tre mesi.”

Sul tema liberalizzazioni voi ritenete favorevole questo tipo di apertura da parte del governo?
“Le liberalizzazioni sono un bene che bisogna sfruttare che più mercato c’è più c’è concorrenza e più servizi si danno alle persone a costi giusti e proporzionati. Certo i beni primari, come l’acqua e la sanità non vanno di certo privatizzati. Consideri che siamo l’unico Stato che ogni qualvolta si parla di liberalizzare, dai più viene inteso come un attacco nei confronti del gruppetto o lobby. Bisogna superare questi ostacoli se vogliamo diventare un paese aperto alla globalizzazione.”

Ritenete sia prioritario agire dapprima sul tema della defiscalizzazione delle imprese oppure su una riforma strutturale in tema di lavoro?
“Sono ambedue legate da un filo conduttore che fatta una e non fatta l’altra non danno la soluzione ai problemi. Perciò è da attuare nello stesso momento sia la defiscalizzazione sia il cambiamento del mercato del lavoro che non può rimanere ancorato a principi nati degli anni 70. La società si è evoluta il mercato si è evoluto è tutto totalmente diverso, globalizzato. Non possiamo ancora avere il famoso art. 18 il quale sostiene che le imprese sopra i 15 dipendenti diventano industrie e cambia tutto. Logico che un imprenditore ha più convenienza ad aprire cinque società piccole che una grande. Basterebbe mantenere in vita il principio dell’art. 8 che riguarda la tutela del dipendente su cui nessuno può sindacare. Allora se vogliamo modificare qualcosa cambiamo i parametri. Portiamo i dipendenti da 15 a 50 persone in modo tale che l’azienda abbia una struttura più solida e più aperta così da essere in grado di affrontare anche un mercato internazionale, cosa che un’azienda piccola di 8 dipendenti non può fare se non associata in rete.”     

Sarebbe possibile una sorta di cooperazione tra le imprese pubbliche e private?
“Sarebbe ottimale la cosa ma bisognerebbe cambiare il Sistema Italia che risulta essere talmente corrotto e talmente inquinato da infiltrazioni mafiose e quant’altro da impedire qualsiasi operazione in tal senso.”

E’ condivisibile la politica di Marchionne? 
“Chiaramente essendo un Manager può agire come vuole, senza farsi scrupoli poiché non gestisce soldi propri può agire in piena autonomia. Egli, in definitiva fa il proprio lavoro. La colpa non è di Marchionne ma della proprietà FIAT. Fermo restando che sono contrario a finanziare un’azienda che definire italiana risulta essere un paradosso e che, soprattutto ha ricevuto tantissimo in questi anni.”

Per quanto concerne lo snellimento della burocrazia legata alle imprese è stato fatto qualche passo avanti?
“Hanno avuto la bella trovata di creare uno statuto delle imprese che, in realtà, non serve a niente. In sostanza tutto fermo.”

In tema di investimenti destinati alle imprese, come risulta essere il quadro attuale?
“Nel momento attuale incide al 100%. La maggior parte delle aziende chiudono proprio perché non possiedono più i parametri sufficienti ad ottenere del credito. Perciò se facciamo riferimento a banche che hanno incassato la bellezza di 500 miliardi di euro dalla Comunità Europea per risanare i propri conti invece di metterli a disposizione delle aziende che hanno bisogno parliamo di un gravissimo danno a livello globale.

La manifestazione di giovedì 19 gennaio a Piazza Monte Citorio in Roma perché nasce? Cosa si prefigge e cosa chiedete principalmente al governo?
“La manifestazione nasce per fare un’azione di protesta verso le istituzioni: bancarie, l’Agenzia delle Entrate, Equitalia, e anche il Governo Monti che rappresenta proprio queste istituzioni. Contro la spregiudicatezza e la non tolleranza di fatti che sono abissali. Ci sono stati la bellezza di 1500 suicidi negli ultimi 5 anni di cui la maggior parte dipendenti ed imprenditori. Andiamo a fare una manifestazione di solidarietà per le famiglie di questi imprenditori e dipendenti e di protesta contro chi non ha saputo dare una risposta almeno morale verso un problema che è sociale. Non è più un problema di benessere né economico, ma un problema prettamente sociale. Manca la politica che dia delle risposte.”

Possedete una sorta di “ricetta” che possa guarire il Paese da questo diffuso malessere?
“Noi abbiamo tre valide proposte:
01)   stop alle esecuzioni di Equitalia almeno per 1 anno;
02)   entrata subito nei tavoli di trattativa del governo da parte di strutture come la nostra che rappresentino la piccola-media impresa;
03)   introduzione di agevolazioni per l’accesso al credito rivolte alle piccole e medie imprese.
Le imprese medio piccole costituiscono l’85% sul totale delle imprese italiane esistenti.
A livello politico manca una rappresentanza di tutte queste imprese, ed il nostro obiettivo è proprio quello di dar voce alle stesse nei tavoli delle trattative.”

Quali sono le risposte che vi aspettate a seguito della manifestazione?
“Non ci aspettiamo molto. Ma è proprio questa ragione che ci spinge a lottare ulteriormente e a non mollare. Abbiamo un chiaro obiettivo. Non stiamo avendo risposte dal governo. Però stiamo ricevendo risposte da imprenditori e gente comune che comprende che rappresentiamo una novità nel panorama italiano. Un’idea sana che non nasce da un’ideologia ma da una necessità reale, quella della sopravvivenza. Siamo un corpo politico che vuole essere partecipe alle decisioni prese nella stanza dei bottoni.”

Con questa manifestazione intendete smuovere anche la coscienza del popolo e non solo degli imprenditori?
“Certamente. Questo non è ripeto un problema economico, bensì sociale. Il problema non è rivolto all’azienda ma alla famiglia italiana nel suo complesso.”

Vi aspettate quindi una buona adesione?
“Ne siamo certi. Anche se non sono i numeri che contano ma la qualità del  prodotto.”

Infine un appello alle persone. Perché dovrebbero partecipare alla vostra manifestazione?
“Perché è ora di finirla. Occorre partecipare per tutelare i propri diritti e per farlo bisogna portare la propria presenza in piazza. L’equazione azienda = famiglia in Italia è una realtà. Essa non è dissolubile.”


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