domenica 16 febbraio 2014

QUESITI


Ma dove sono le politiche del lavoro? Ma dove sono i famosi provvedimenti che dovevano incrementare le nuove assunzioni? La gente non ne può più. Signori la gente è stanca di sentirsi dire: bla bla, bli bli. La gente necessita di fatti e non di chiacchiere “pre-elettorali”. Il duo Renzusconi sta preparandosi per l’ennesima presa per i fondelli agli italiani, che, puntualmente abboccheranno alle balle colossali. “Faremo questo, faremo quello…”. Anche il signor Letta aveva promesso nuovi posti di lavoro per i giovani. Ma questi posti dove sono? Di certo la disoccupazione galoppante (oramai a livelli insostenibili) l’unica certezza che i giovani hanno. E allora di cosa parliamo??? Questi pensano alle loro poltrone, ai calcoli di palazzo, agli intrallazzi, ma agli italiani chi pensa??? Attenzione però che la colpa è anche nostra. Dimostriamo ogni giorno di più di essere e permanere ingenui e fessacchiotti. Invece di lottare per i nostri diritti, di far valere la nostra sovranità siamo come pecore che attendono una guida forte. Abbiamo bisogno di essere pilotati, guidati, soverchiati e sovrastati da coloro i quali a tutto pensano, tranne che alle nostre necessità di normali cittadini di uno Stato da 60 milioni di anime. E allora la soluzione dove la si trova? La soluzione è la democrazia diretta, quella dove finalmente i cittadini prendono pieno possesso e controllo della “cosa” pubblica. Perché demandare agli altri ciò che un popolo organizzato può fare? I tempi si evolvono e le necessità aumentano. Si incrementa il bisogno di legalità, si ha fame di giustizia e di equità. Ma soprattutto si ha fame e basta direbbe qualcuno. Guardiamoci intorno: suicidi (la media di uno al giorno), furti di cibo operati anche da persone anziane (e ti credo con 400 euro di pensione!). Gente apparentemente “ricca” che scava nell’immondizia. Ma che Paese è questo? E della sanità? E dei diritti della società? I diritti dell’uomo? Chi tutela la nostra dignità? Ma ve lo siete chiesto o no? E allora vediamo, insieme, di rispondere a tutti questi interrogativi. Facciamolo nel migliore dei modi, onde evitare ulteriori “massacri” sociali. Una vera e propria mattanza alla quale i ricchi assistono indifferenti, quasi soddisfatti, di ciò che si è creato intorno a loro. Attenzione! Non si tratta di disfattismo, poiché sono certo che, in realtà, i ricchi possano e debbono rappresentare una risorsa per noi italiani. Convertiamo il loro modo di pensare e mettiamolo al servizio del Paese; al servizio dei ceti medio-piccoli. 
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