Oggi molte aziende, sopratutto di piccole dimensioni, non hanno ne il lavoro ne le risorse finanziarie per assumere un dipendente a tempo pieno (full-time).
Per alcune tipologie di lavoro e per poche ore la settimana invece potrebbero averne bisogno. Un investimento mensile contenuto potrebbe porre rimedio a problemi, fino ad oggi, risolti a caro prezzo da terzi esterni all'azienda.
Pensiamo all'assistenza tecnica sui computer e sulle reti. Le aziende più grandi dispongono di uno o più dipendenti che si occupano di questo. Mentre quelle piccole, e anche quelle medio-piccole, non possono permetterselo. E tutti noi sappiamo quanto siano indispensabili oggi i computer, o meglio il loro corretto funzionamento.
Che dire poi degli sviluppatori di programmi e siti web. Tutti sappiamo molto bene quanto possa costare un web designer o un web developer (per dirne due). Quante aziende si possono permettere di averne uno alle proprie dipendenze? Poche. Quanto costa invece un programmatore professionista? Molto.
Una soluzione potrebbe essere quella di avere un dipendente per un giorno alla settimana, oppure per due mezze giornate. Il contratto di lavoro adatto potrebbe essere quello part-time per otto ore a settimana.
Lo stesso lavoratore potrebbe poi essere impiegato in altre quattro aziende, con lo stesso tipo di contratto. In questo modo sarebbe retribuito per quaranta ore settimanali, nonostante lavori in più di un'azienda.
Le cinque società coinvolte potrebbero poi mettersi d'accordo e organizzare le giornate lavorative del dipendente in comune, in base alle esigenze di urgenza di ognuna di esse. Mi piace pensare all'idea di un lavoratore "condiviso".
Tutto questo porterebbe vantaggi sia all'azienda che al lavoratore. La prima, con un piccolo investimento mensile (circa 270-320 euro lordi), avrebbe un dipendente qualificato presente tutte le settimane, con il quale risolverebbe problemi che assegnati a terzi gli costerebbero molto di più. Il secondo troverebbe più facilmente lavoro, lavorerebbe in un ambiente stimolante che gli permetterebbe di accrescere le sue conoscenze e la sua flessibilità, riuscirebbe con cinque contratti part-time a mettere insieme uno stipendio equivalente e forse superiore ad uno full-time.
In quest'ottica anche la perdita di uno dei cinque lavori risulterebbe poco drammatica. E la ricerca di un altro lavoro, part-time per un'ora a settimana, sarebbe molto meno difficoltosa e lunga.
Nessuno poi vieterebbe di lavorare anche solo per tre o quattro aziende, nel caso in cui una (o più di una) di queste avesse bisogno di più di un giorno a settimana.
Voi che ne pensate?
Pensiamo all'assistenza tecnica sui computer e sulle reti. Le aziende più grandi dispongono di uno o più dipendenti che si occupano di questo. Mentre quelle piccole, e anche quelle medio-piccole, non possono permetterselo. E tutti noi sappiamo quanto siano indispensabili oggi i computer, o meglio il loro corretto funzionamento.
Che dire poi degli sviluppatori di programmi e siti web. Tutti sappiamo molto bene quanto possa costare un web designer o un web developer (per dirne due). Quante aziende si possono permettere di averne uno alle proprie dipendenze? Poche. Quanto costa invece un programmatore professionista? Molto.
Una soluzione potrebbe essere quella di avere un dipendente per un giorno alla settimana, oppure per due mezze giornate. Il contratto di lavoro adatto potrebbe essere quello part-time per otto ore a settimana.
Lo stesso lavoratore potrebbe poi essere impiegato in altre quattro aziende, con lo stesso tipo di contratto. In questo modo sarebbe retribuito per quaranta ore settimanali, nonostante lavori in più di un'azienda.
Le cinque società coinvolte potrebbero poi mettersi d'accordo e organizzare le giornate lavorative del dipendente in comune, in base alle esigenze di urgenza di ognuna di esse. Mi piace pensare all'idea di un lavoratore "condiviso".
Tutto questo porterebbe vantaggi sia all'azienda che al lavoratore. La prima, con un piccolo investimento mensile (circa 270-320 euro lordi), avrebbe un dipendente qualificato presente tutte le settimane, con il quale risolverebbe problemi che assegnati a terzi gli costerebbero molto di più. Il secondo troverebbe più facilmente lavoro, lavorerebbe in un ambiente stimolante che gli permetterebbe di accrescere le sue conoscenze e la sua flessibilità, riuscirebbe con cinque contratti part-time a mettere insieme uno stipendio equivalente e forse superiore ad uno full-time.
In quest'ottica anche la perdita di uno dei cinque lavori risulterebbe poco drammatica. E la ricerca di un altro lavoro, part-time per un'ora a settimana, sarebbe molto meno difficoltosa e lunga.
Nessuno poi vieterebbe di lavorare anche solo per tre o quattro aziende, nel caso in cui una (o più di una) di queste avesse bisogno di più di un giorno a settimana.
Voi che ne pensate?
Nessun commento:
Posta un commento