Un giro sempre più numeroso di prestanome per evitare le insidie dello spesometro
Il 53% dei contratti di locazione, spesso non registrati, delle ville di Porto Cervo, Forte dei Marmi, Porto Rotondo, Rapallo, Capri, Sabaudia, Positano, Ravello, Panarea, Portofino, Taormina e Amalfi sono intestati a nullatenenti o a pensionati con la social card, prestanome di facoltosi imprenditori, per evadere le tasse, evitando anche di cadere nei controlli dello spesometro. Secondo lo studio dell'Associazione Contribuenti Italiani, elaborato su dati de Lo Sportello del Contribuente e del Ministero delle Finanze, oltre la metà degli italiani ha dichiarato nel 2010 (redditi 2009) meno di 15.000 euro annui e circa due terzi meno di 20.000 euro; di contro, solo lo 0,95% ha dichiarato oltre 100 mila euro, lo 0,17% più di 200mila euro e solo 15 mila persone hanno dichiarato un reddito di oltre 300 mila euro all'anno. Una fotografia che stride con i dati relativi alle richieste di posti barca che sono cresciuti del 12,3% e agli acquisti di imbarcazioni di lusso, la cui spesa è cresciuta del 6,7%. I "ricchi nullatenenti e i poveri possidenti" anche quest'anno destineranno buona parte della loro spesa nella locazione di ville esclusive o per i cosiddetti "passion investiments" come auto di grossa cilindrata (240.000 fuoriserie e suv solo nel 2010), mega yachts, gioielli e oggetti d'arte, nonostante la strategia messa in atto dall'amministrazione finanziaria con lo spesometro e il nuovo redditometro. «L'evasione fiscale è diventato lo sport più praticato dagli italiani, - afferma Vittorio Carlomagno presidente dell' Associazione Contribuenti Italiani. - Gli accertamenti fiscali da soli non servono per combatterla. Negli ultimi 5 anni è crollata la fedeltà fiscale di oltre 11 punti. I soldi recuperati dagli accertamenti devono essere destinati a ridurre le aliquote fiscali che sono tra le più alte in Europa».
Fonte: Famiglia Cristiana.
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