lunedì 18 luglio 2011

Quando lo stato sociale é rappresentato dalle famiglie.

Giorni fa, grazie ad un'assistente sociale, ho scoperto che attualmente esiste una norma la quale obbliga la famiglia al sostentamento dei propri familiari, siano essi coniugati e non. Tale obbligo non vale per i soli genitori, ma anche per i familiari più stretti, ad esempio i fratelli. Non nascondo una certa incredulità davanti a tale normativa, che reputo opportuna. Lo stupore nasce dal fatto che essa sia stata scritta per esonerare lo Stato dai suoi obblighi. Non dimentichiamoci che la legge italiana sostiene molto l'immigrato, a discapito, dei cittadini natìi residenti sul suolo della penisola. Nulla contro gli immigrati, per carità. Ma questi ultimi fanno notizia, mentre i comuni cittadini no. In parole povere, i problemi dei singoli vanno a gravare solo sulla parentela. Prova ne é il fatto che, anche in occasione di casi eclatanti, la singola amministrazione, per non creare un precedente, nonostante la normativa comunale, preferisce non aiutare le persone in difficoltà. Giorni addietro un assessore mi disse espressamente: "non possiamo aiutarla, poiché, tutti prenderebbero il suo esempio per ottenerne dei vantaggi". Morale della favola. Non ti aiutano per non aiutarne altri ed altri ancora che potrebbero simulare una condizione irreale per trarne profitto. Con questa attenuante le singole amministrazioni, che per legge dovrebbero intervenire, non intervengono a discapito di coloro che realmente hanno bisogno di un aiuto concreto e non aleatorio.

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