La disoccupazione a Messina (e non solo) è arrivata oramai a
livelli esasperati. La proposta di un reddito di cittadinanza potrebbe, in
parte, alleviare il presente di molti giovani che non trovano alternativa
alcuna allo status di cui sono vittima. Una proposta che potrebbe ridare nuova
linfa, quella di coinvolgere i ragazzi nell’assolvimento di un determinato
compito da predeterminare a propria
scelta sulla scorta di indicazioni che il Comune stesso si incaricherebbe di
proporre. Per esempio: l’assolvimento di compiti di protezione civile, la
pulizia delle spiagge, la pulizia dei binari del tram e zone attigue; oppure la
cancellazione di murales che storpiano palazzi storici, o lo sfoltimento
dell’erba cresciuta in eccesso (quindi compiti di giardinaggio). Da premettere
che il tipo di servizio, quanto le zone di pertinenza non andrebbero in
“conflitto” con i compiti di ordinaria amministrazione, e quindi, non
intaccherebbero il lavoro dei dipendenti pubblici addetti a tali operazioni. Si
tratta quindi di compiti supplementari di natura straordinaria. Dal punto di
vista pratico come funzionerebbe? Il Comune farebbe riferimento alle liste
aggiornate provenienti dall’Ufficio Provinciale del Lavoro e della Massima
Occupazione. Detto ufficio provvederebbe ad organizzare degli incontri durante
i quali distribuirebbe appositi moduli ai disoccupati che andrebbero a
selezionare le opzioni per cui si rendono disponibili a lavorare (tra quelle
precedentemente indicate ad esempio). I disoccupati andrebbero a scegliere ora
e durata del servizio che si impegnano a prestare. Alla fine del mese verrebbe
redatta una sorta di classifica a punti basata sul numero di ore effettivamente
svolte attribuendo un punteggio di merito; ciò affinché si possa dare una
ricompensa in denaro da distribuire in modo inversamente proporzionale, ovvero
maggiore punteggio, maggiore compenso. Nessuno comunque verrebbe estromesso. Un
sistema totalmente meritocratico basato anche sulla difficoltà del lavoro
svolto che costituirebbe un’ulteriore parametro per l’attribuzione del
punteggio finale realizzato. Tale somma andrebbe comunque sommata al reddito di
cittadinanza, costituendo uno stipendio vero e proprio. Il Comune, per esempio,
potrebbe dirottare delle somme racimolate mediante accordi con privati
(direttamente interessati dai lavori dei disoccupati). Naturalmente verrebbero
costituiti controlli a campione, periodici, imprevisti ed imprevedibili, anche
per scoraggiare tutti coloro i quali vorrebbero fare i furbetti. E’ chiaro che la
proposta va corredata e dettagliata, ma ritengo che molti prenderebbero con
entusiasmo una proposta del genere. Si sentirebbero utili alla società, a se
stessi e alla famiglia, ma soprattutto si toglierebbero dallo stato di
disoccupazione e/o inoccupazione.