Ieri ho avuto modo di assistere
ad un piccolo dibattito tra alcuni dei candidati a sindaco di Messina. A
seguito di alcune domande ho avvertito un forte imbarazzo nel dare le risposte
da parte degli intervenuti. Alla domanda: “cosa intenderà fare per risolvere il
problema economico nel medio e lungo periodo?”, ho avvertito un certo imbarazzo
da parte del singolo interlocutore, dato da continue esitazioni, e da uno stato
di evidente insicurezza. Risposte aleatorie, vaghe, frammentarie. Molti
professionisti della politica, burocrati e quant’altro snobbano il concetto
etico, e a mio avviso sbagliano. Io alla domanda di cui sopra avrei risposto in
tal modo: “dare una obiettivo dal punto di vista etico-morale”. In questa città
non si è ancora compreso che una buona educazione data ai giovanissimi di oggi
è fondamentale per costruire il futuro economico dei prossimi venti anni.
Sostengo da moltissimo tempo come una buona istruzione (corredata da un modo di
vivere civile e non irrequieto dal punto di vista comportamentale) sia alla
base dell’economia di domani. A mio avviso la società del prossimo futuro, va
quindi costruita sull’etica e spiego il perché.
Provate, per esempio, a immaginare la città, piuttosto che essere abitata da
messinesi venisse popolata da tedeschi, quale sarebbe il risultato? Una città
funzionale e vivibile, senza immondizia, ordinata e precisa, con la buona
abitudine della raccolta differenziata. Sarebbe cioè una città molto più appetibile
che adesso; su questo non nutro dubbio
alcuno (perdonatemi la presunzione). Certo, è verissimo, ci sono le tradizioni
culturali che un determinato territorio assume, sin dalle proprie origini,
quale modello e stile di vita, i modi di pensare. Tutto va bene, ma quanto
sopra detto, non giustifica la mancata ricercatezza del desiderio di evolversi,
di migliorarsi mantenendo i capisaldi della propria storia. Soprattutto,
nessuno vieta di amare e rispettare la propria città, come fosse il proprio
salotto. Le cose non vanno affatto in contraddizione. Se un bambino viene
educato alle buone maniere, sin dai primi anni della sua infanzia, avendo
precisi stereotipi, coerenti con il modo di agire, probabilmente assumerebbe un
atteggiamento di rispetto verso i propri simili e verso l’ambiente che lo
circonda. Insisto su questo punto, perché ritengo che una città si debba
presentare in un certo modo per poter attrarre investimenti da parte dei
privati. Le regole di un territorio, equivalgono a quelle di una persona che
per poter fare marketing veste bene, parla in un certo modo ed esprime dei
contenuti ben precisi. E secondo voi una città che non esprima civiltà,
rispetto per l’ambiente, cultura per la legalità, può essere appetibile all’esterno?
Bene, avete dato una risposta a voi stessi.