Ha vinto l’astensionismo.
Astensionismo batte partiti e movimenti 2-0. Quando si dice di aver perso una
grande occasione è vero. Poteva rafforzarsi la protesta apponendo una semplice “X”
nella scheda, ed invece non lo si è fatto. Quando si discute un sistema ci si
guarda intorno dando spazio alla fantasia, alla possibile soluzione, alle
cartucce da sparare; ci si domanda quali siano gli strumenti utili per
debellare un sistema. Non rimane altra scelta, il voto. Ed invece si rimane a
casa in pantofole, aspettando che qualcun altro risolvi le cose. L’italiano ha
perso una grande occasione, quella di dimostrare al Paese che egli esiste, di
non essere un “fantasma” chiamato in azione dai partiti quando a loro fa
comodo! Non è andando al voto che si può dare una svolta. Oggi, più che mai,
invece la partecipazione popolare riveste un ruolo determinante. I partiti sono
lo specchio degli italiani e viceversa. Nessun stupore, nessun stropicciamento
degli occhi nell’appurare l’esito delle ultime elezioni. Certo il crollo del
Movimento 5 Stelle ha del clamoroso! La mancanza di figure carismatiche, di cui
gli italiani si nutrono indissolubilmente, non ha dato lo giusto stimolo a chi
non è andato a votare. E’ chiaro: Berlusconi e Grillo sono persone
carismatiche, dei veri e propri leader. Ecco, tanti Grillo in miniatura,
avrebbero (senza ombra di dubbio) contribuito alla causa catturando tantissimi
voti. Di questo ne sono più che mai certo. Non può un Movimento che si erge
sulle qualità di lotta di Grillo, sulla sua grande capacità di comunicazione, sulla
sua verve, avere dei rappresentanti locali che sono tutto l’opposto. Per carità
bravissime persone, per bene e preparate, ma in questo momento storico occorre
di più, molto di più. Oggi, serve il trascinatore sveglio e reattivo, colui che
può dare la “scossa” agli abitanti del proprio territorio. Una persona
remissiva, ben si presta agli attacchi degli avversari politici (i cosiddetti
volponi della politica). Non è stato un errore mediatico, bensì un errore di
scelte. Anche questo fa parte della famosa “coerenza”; e cioè quella capacità
di interpretare uno spirito che va aldilà delle singole problematiche. Questo
non avviene soltanto in ambito politico, ma nella vita di tutti i giorni. Quando
ci troviamo davanti a persone di un certo appeal ne rimaniamo affascinati,
incuriositi. E a guardare i risultati, a vedere i canditati del M5S, in molti
casi questo non si può dirlo. Oltre il Movimento di Grillo, comunque, anche la
Lega Nord ed il PDL hanno perso pezzi per strada. Il PD non ha vinto, ma
neanche perso. Adesso starà ai perdenti valutare, decidere le proprie strategie
per riuscire a riconquistare qui voti che in precedenza avevano conquistati.
Forse un bagno di umiltà non guasterebbe, ma neppure una migliore
organizzazione periferica ed interna.