lunedì 27 maggio 2013

MESSINA E GLI ANNOSI PROBLEMI


La disoccupazione nella Città dello Stretto si attesta intorno al 19% (dati recenti Cgil). La crisi riguarda tutti i settori, soprattutto nel terziario, che registra nell’edilizia un vero e proprio crollo. A giorni (9 e 10 giugno) si terranno le elezioni Amministrative che vedranno l’insediamento del nuovo Sindaco. Tante le disfunzioni da affrontare; soprattutto le numerose vertenze aperte da tanti anni a Messina e che chiedono con forza di essere risolte. Sul piano programmatico alla ribalta nella campagna elettorale, però, non si registra nulla di nuovo, di innovativo, che possa incontrare il favore dei lavoratori posti in cassa integrazione, dei tanti disoccupati e dei cittadini in genere. Allora occorre trovare una soluzione che veda la risoluzione di priorità fondamentali che non riguardano soltanto l’argomento lavoro, ma i problemi di tipo strutturale. Si parte dal Piano Regolatore, che necessita di una tutela ed una attenzione maggiori. L’oculatezza nella distribuzione dei territori (oramai in sofferenza) rientra tra le priorità e i nodi da risolvere per rendere la città quantomeno vivibile. Si costruisce spesso senza prestare attenzione alle problematiche ambientali, sui torrenti, o comunque, in luoghi che poco si prestano alla realizzazione di opere legate all’edilizia. Il verde pubblico totalmente bistrattato. Per non parlare della pulizia di strade, piazze e luoghi particolarmente strategici ai fini del turismo. E proprio il tema della nettezza urbana cittadina torna in cima alle vicende papabili di Messina. Un nodo irrisolto che, in prospettiva meteo potrebbe strozzare i cittadini tra rifiuti, ratti e sgradevolissime esalazioni. Dal punto di vista igienico tutto ciò potrebbe rappresentare un annoso problema alzando il livello di attenzione sanitaria. I cittadini (che non sono esenti da responsabilità), guardano con favore alla risoluzione di una questione che spesso si ripresenta in modo sempre più drammatico. Questo, così come i problemi sopra menzionati richiedono un radicale “trattamento” e non possono più essere demandati al successore. Credo sia nella speranza di tutti voltare pagina, affinché questa città che nel XII secolo era tra le dieci città d’Europa per popolazione (e che adesso si spopola di mille unità l’anno), torni a splendere in tutti i sensi; non solo nell’ambito sportivo grazie alla recentissima vittoria del Giro d’Italia di Vincenzo Nibali, ma in tutti i settori che costituiscono la base del buon vivere civile. I servizi essenziali devono funzionare, ma soprattutto il modo di ragionare e di progettare la città deve innovarsi adeguandosi ai tempi e alla competitività che oggi vengono predicati in tutta la Nazione.
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