La disoccupazione nella Città
dello Stretto si attesta intorno al 19% (dati recenti Cgil). La crisi riguarda
tutti i settori, soprattutto nel terziario, che registra nell’edilizia un vero
e proprio crollo. A giorni (9 e 10 giugno) si terranno le elezioni Amministrative
che vedranno l’insediamento del nuovo Sindaco. Tante le disfunzioni da
affrontare; soprattutto le numerose vertenze aperte da tanti anni a Messina e
che chiedono con forza di essere risolte. Sul piano programmatico alla ribalta nella campagna elettorale, però, non si
registra nulla di nuovo, di innovativo, che possa incontrare il favore dei
lavoratori posti in cassa integrazione, dei tanti disoccupati e dei cittadini in genere. Allora occorre
trovare una soluzione che veda la risoluzione di priorità fondamentali che non
riguardano soltanto l’argomento lavoro, ma i problemi di tipo strutturale. Si
parte dal
Piano Regolatore, che necessita di una tutela ed una attenzione
maggiori.
L’oculatezza nella distribuzione dei territori (oramai in sofferenza)
rientra tra le priorità e i nodi da risolvere per rendere la città quantomeno
vivibile. Si costruisce spesso senza prestare attenzione alle problematiche
ambientali, sui torrenti, o comunque, in luoghi che poco si prestano alla
realizzazione di opere legate all’edilizia. Il verde pubblico totalmente
bistrattato. Per non parlare della pulizia di strade, piazze e luoghi
particolarmente strategici ai fini del turismo. E proprio il tema della
nettezza urbana cittadina torna in cima alle vicende papabili di Messina. Un
nodo irrisolto che, in prospettiva meteo potrebbe strozzare i cittadini tra rifiuti,
ratti e sgradevolissime esalazioni. Dal punto di vista igienico tutto ciò
potrebbe rappresentare un annoso problema alzando il livello di attenzione
sanitaria. I cittadini (che non sono esenti da responsabilità), guardano con
favore alla risoluzione di una questione che spesso si ripresenta in modo
sempre più drammatico. Questo, così come i problemi sopra menzionati richiedono
un radicale “trattamento” e non possono più essere demandati al successore.
Credo sia nella speranza di tutti voltare pagina, affinché questa città che nel
XII secolo era tra le dieci città d’Europa per popolazione (e che adesso si
spopola di mille unità l’anno), torni a splendere in tutti i sensi; non solo
nell’ambito sportivo grazie alla recentissima vittoria del Giro d’Italia di
Vincenzo Nibali, ma in tutti i settori che costituiscono la base del buon vivere
civile. I servizi essenziali devono funzionare, ma soprattutto il modo di
ragionare e di progettare la città deve innovarsi adeguandosi ai tempi e alla
competitività che oggi vengono predicati in tutta la Nazione.