sabato 18 maggio 2013

FABBISOGNO E IMPIEGO DELLE RISORSE


L’occupazione si divide in due tipologie: quella che serve a soddisfare le necessità di beni e servizi, e quella che crea nuove necessità di beni e servizi. Analizzando l’attuale situazione ci si rende conto come la necessità di beni sia notevolmente calata, mentre al contrario, la necessità di servizi si sia notevolmente impennata. Di certo il fabbisogno di: sanità e trasporti diventa sempre più crescente. Ciò è dovuto a fattori quali l’invecchiamento e la freneticità della vita quotidiana. Allora oggi parlare di consumi puntando ad una maggiore produzione sarebbe consumare inutili risorse, andando ad intasare un mercato che non ha richieste. Se per le materie prime e raffinate il discorso è diverso, nonostante il fabbisogno petrolifero sia calato negli ultimi anni, risulta chiaro che occorra indirizzare l’attività lavorativa o verso la creazione di risorse alternative (e quindi la ricerca) per abbassare le importazioni o verso le esportazioni guardando al fabbisogno globale, e quindi alla competitività. Altra strada il soddisfacimento dei servizi interni, che vuol dire anche manutenzione delle strutture portanti del Paese. Il fabbisogno collettivo è dato principalmente dal bisogno di istruirsi, nutrirsi, vestirsi, dal tempo libero, a quello di curarsi, di lavorare, di avere un mezzo di locomozione, ma soprattutto di avere una propria abitazione. Oramai occorre ragionare in termini di priorità. Ebbene quelle elencate prima lo sono tutte. Tutto il resto viene messo in secondo piano. Come potete vedere il bisogno del singolo cittadino è dato in prevalenza dai servizi: istruzione, sanità, mezzo di locomozione, tempo libero. Servizi fondamentali che in Italia sono del tutto carenti. E se ad essi aggiungiamo la burocrazia il quadro è completo. Con tutto ciò voglio dire che l’occupazione di molte persone dovrebbe essere rivolta a queste tipologie di fabbisogno. In questo quadro anche la manutenzione necessita di grande manodopera. Quando si dice che non c’è lavoro, spesso non si guarda a dette necessità. Qualcuno dirà che essi sono di pertinenza del servizio pubblico. Oltre tre milioni di dipendenti pubblici che non riescono però a realizzare ciò che gli italiani desiderano: servizi efficienti. Allora le strade sono due: o aumenta il numero di dipendenti pubblici, oppure li si organizza in modo diverso. Per quanto concerne il bisogno del singolo cittadino relativo ai beni ritengo sia praticamente nullo, proprio perché le industrie sono in sovrapproduzione, ed è per questo che licenziano. In questo caso allora bisogna guardare all’Estero. Ecco perché il concetto di competitività si sposa a quello dell’innovazione e della ricerca, e quindi, all’istruzione. In poche parole lo Stato dovrebbe garantire i servizi ai cittadini, lasciando alle imprese la possibilità di crescere e di competere nel mondo globale favorendole fortemente. Unioncamere di recente ha denunciato un forte calo di domanda interna, ciò a riprova di quanto sostenuto sopra. Si è vero che questo avviene anche per la mancanza di liquidità da parte dei cittadini, ma non è detto che in caso contrario sarebbe avvenuto lo stesso, eccezion fatta per il mercato mobiliare (in fortissimo calo).


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