Il governo Letta intendeva
proporre una sorta di "staffetta" per dare concretamente lavoro ai
giovani per sottrarlo agli anziani. Il suo obiettivo quello di trovare una
occupazione ad almeno 100 mila ragazzi. Questa politica del lavoro è stata però
bocciata in ambito europeo. In effetti, spostare il problema non è la soluzione
corretta per risolvere l'annosa questione. Un po’ come la coperta corta che
scopre i piedi per coprire la testa e viceversa. In realtà non esiste una
strategia vera e propria, ma un’accozzaglia di idee confuse, in piena
contraddizione tra loro stesse. Il vertice con a tema la disoccupazione,
istituito tra i maggiori paesi europei: Spagna, Germania, Francia e Italia che
si terrà a Roma nei prossimi giorni
potrebbe portare a frutti insperati fino ad oggi; anche se concretamente
non si vede all’orizzonte uno spiraglio. Il problema non riguarda solo l’Italia
ma l’intera Europa che accusa un calo significativo nei consumi interni
(eccezion fatta per la Germania), e quindi, una necessità di manodopera
inferiore rispetto a quella attuale. Tra l’altro appositi studi confermano un
calo nell’occupazione esistente, pari a circa 300 mila unità, entro l’anno. L’immissione
sul mercato dei disoccupati (pari a 3 milioni circa) comincia a preoccupare
seriamente la settima potenza industriale al mondo. I valori attuali di
disoccupazione, infatti, ricordano il periodo del 1977, anno in cui si registrò
il tasso di disoccupazione più alto nell’ultimo mezzo secolo. Risvolti di crisi
si osservano quotidianamente, con un crescente malumore registrato in buona
parte dei paesi continentali. Ma, se non si riprendono i consumi, se non si
crea nuova domanda, se non si sostengono le imprese, difficilmente si verrà a
capo di una questione strutturale che avvinghia l’intero Paese e buona parte d’Europa.
In Giappone, dove l’inflazione era pari a zero, e dove l’economia era stagnante
si è provveduto ad innalzare i prezzi di
mercato. Ciò è il risultato di nuova e copiosa immissione di denaro. I
nipponici, tra i popoli con più alto debito pubblico, hanno dato, in questo
modo, una violenta scossa all’inflazione. In definitiva, occorre una serie di
pacchetti ministeriali che vada in un’unica direzione: quella di non intaccare
il lavoro esistente per produrre richiesta di lavoro, e quindi, manodopera, in
modo da formulare un numero di provvedimenti immediati e con prospettiva a
medio e lungo termine. Se non si creano, infatti, le condizioni per “seminare”
il campo esso mai fiorirà.