I lavoratori cinesi chiedono il
rispetto dei propri diritti. Qual è il ruolo che le multinazionali possono
rivestire in tal senso? La Lega Internazionale per i Diritti Umani (FIDH) spiega
quale sia il rapporto tra le grandi aziende internazionali ed i lavoratori.
Essa dichiara come ci siano interessanti ed incoraggianti sviluppi, nonostante
esprima delle preoccupazioni circa le condizioni di lavoro che ancora
permangono in buona parte del Paese. Nel novembre scorso a sud-est della Cina
si è svolta un’indagine sul campo, attraverso la quale è stata possibile la
realizzazione di un’accurata relazione. Dagli anni ’90 il sistema legale cinese
è gradualmente migliorato, soprattutto con l’orario di lavoro, i contratti
impiegatizi e sulle leggi relative alle
assicurazioni sociali. In più, l’idea della Cina di diventare la “fabbrica del
mondo” impiegando bassi salari cominciò
a cambiare nel tardo XX secolo. I salari dei lavoratori sono aumentati in modo
significativo. Tuttavia, nonostante questi miglioramenti, i prezzi sono
arrivati alle stelle, mentre i salari dei lavoratori cinesi sono ancora
largamente da terzo mondo in gran parte delle aree remote del Paese. In tanti
hanno dovuto accettare la violazione dei diritti del lavoro, superando le
proverbiali otto ore giornaliere e cumulando uno straordinario di ben oltre le
36 ore. Nelle fabbriche dipendenti lavorano anche dalle 60 alle 80 ore
settimanali. Molti di loro scelgono di vivere in dormitori improntati dalle
stesse fabbriche, altri di rimanere a casa dei genitori per potere sfamare i
propri figli. Altri ancora lavorano intensamente presso le fabbriche nel
Guangdong guadagnando abbastanza per
tornare poi a casa. L’unico sindacato cinese presso l’ACFTU, ramo del Partito
comunista cinese, si impegna nel salvaguardare la stabilità piuttosto che
tutelare i diritti dei lavoratori. La responsabilità sociale delle imprese,
viene soggetta a verifiche molto limitate. Tutto ciò che riguarda gli aspetti
del lavoro: orario, contratti, assicurazioni sociali, alloggi, ecc… non viene
approfondito in fase di controllo. Quando, però, le multinazionali sono state
attentamente monitorate, qualche miglioramento si è verificato. Sta di fatto
che nel corso dell’ultimo decennio, i conflitti sociali della Cina sono fortemente
aumentati. In alcuni casi, lo sciopero e
la mobilitazione sociale hanno apportato
reali miglioramenti. I lavoratori, oggi, fanno un maggior utilizzo dei social
media e dei telefoni cellulari per comunicare e questo ha notevolmente
migliorato la loro capacità di agire ribellandosi al sistema. Sempre più giovani
si rifiutano di sopportare condizioni di lavoro disumane. “La nuova generazione
di lavoratori cinesi sta prendendo provvedimenti per difendere i propri diritti
e li sta sottoponendo alle multinazionali affinché, i propri fornitori
rispettino le leggi sul lavoro in Cina “, ha dichiarato il responsabile dell’FIDH,
partner della Labour Bulletin.