In un Paese dove non esiste
alcuna forma di welfare l’unico e vero stato sociale viene rappresentato dalla
famiglia. Migliaia e migliaia di disoccupati ed inoccupati fanno riferimento
alle uniche risorse che provengono da genitori e fratelli. Lo Stato sociale
viene totalmente azzerato, quando sarebbe dovere di chi ci governa provvedere
al fabbisogno minimo, al sostentamento di persone che, in primo luogo, hanno
diritto alla propria dignità. Pensionati si accollano le tante responsabilità,
a loro inopportunamente demandate. Questo appare ingiusto in un Paese che si
ritiene essere l’ottava potenza industriale al Mondo, anche se in realtà l’Italia
è stata declassata al decimo posto secondo quanto stabiliscono i dati
macroeconomici dell’ultimo periodo. Un Paese che si ritenga civile non può
accollare tutto alle famiglie, caricandole di fardelli che derivano, non solo
da una abnorme tassazione sui redditi, ma da un costo dei servizi fortemente
spropositato. L’Italia, lo ricordo a chi non lo sapesse, è la Nazione con la
tassazione più alta in Europa e forse nel mondo. Risultato? Famiglie ridotte
sul lastrico. Disoccupazione record e salari tra i più bassi dell’intero Continente.
Se non ci fossero i genitori a salvaguardare i propri figli, a dare loro un
tetto sulla testa, un minimo di sicurezza molti, probabilmente, andrebbero a
rubare. E allora, basta con politiche inadeguate, insensate, inique che non
guardano all’economia reale, allo stato sociale. Occorre dare una sferzata, un
cambio di rotta a 360 gradi. Ma chi veste i panni della povera gente? Delle
numerose famiglie che stanno sulla soglia della povertà? Di chi è già dentro il
baratro? Evidentemente i numerosi fatti di cronaca non adducono a nessuna
riflessione. L’indifferenza, invece, regna padrona. Non serve blaterare, quando
nelle mani si hanno tutti gli strumenti indispensabili per venirne fuori.
Basterebbe accorciare la forbice esistente tra ricchi e poveri, cominciando a
tassare veramente chi detiene capitali abnormi, che poi puntualmente spiccano
il volo verso altre destinazioni. E invece che si fa? Si scudano i capitali
portati all’estero, recuperando un misero 5%, mentre lavoratori dipendenti e
pensionati contribuiscono dieci volte tanto all’economia del Paese. Infine,
fino a quando la famiglia (in special modo i genitori) potrà aiutare i propri
figli? La risposta è semplice! Fino all’esistenza in vita. E poi? Si aprono
scenari inquietanti. Quanto detto dovrebbe servire da monito a tutti coloro i
quali hanno modo di decidere il destino di ogni singolo individuo.
Personalmente ci credo poco, e spero di essere un giorno finalmente smentito.