giovedì 9 febbraio 2017

I CALL CENTER DESTINATI ALLA CHIUSURA



I call center per sopravvivere spesso adottano una forma di vendita aggressiva (teleselling) sia per quanto riguarda l’energia elettrica, il gas e la telefonia (sia essa fissa che mobile).  Esistono, naturalmente, altri settori che però incidono in misura minore, trattandosi di servizi non di prima necessità.
Negli ultimi anni, però, si è assistito ad un vistoso calo delle vendite. Ciò viene giustificato da un continuo bombardamento dei potenziali clienti che, quotidianamente, ricevono decine e decine di telefonate dalle più disparate compagnie, e quindi, dai call center attraverso i quali avviene la vendita diretta.
In Italia, si conta un fatturato annuo medio di centinaia di milioni di euro, ma nonostante tutto il futuro di gran parte dei call center è segnato. Molti grandi strutture stanno lasciando sul lastrico centinaia di lavoratori precari che, da un giorno all'altro, si ritrovano per strada.
La delocalizzazione, che consente un ammortamento dei costi derivanti principalmente dal lavoro, incentiva gli imprenditori a trasferire le proprie aziende all'estero: principalmente Albania e Romania, dove a livello fiscale si assiste ad una tassazione fiscale inferiore rispetto al resto d’Europa (Italia inclusa).
Ma anche questa mossa nel tempo probabilmente risulterà non efficace al fine della vendita dei prodotti e/o servizi in quanto i soggetti interessati al “bombardamento” sono sempre gli stessi non aumentando di numero.
Si va dalla casalinga, alla persona anziana e poco colta, al professionista di turno. In definitiva, però, chi risponde al telefono è solitamente collocabile in una fascia culturale medio bassa, che è quella qualitativamente migliore ai fini dell’approccio di vendita.
Sovente, infatti, i soggetti più deboli sono coloro i quali credono più facilmente all'interlocutore del call center di turno. Spesso, sottoscrivono contratti mai desiderati sulla scorta di appositi equivoci costruiti ad arte.
Anche i media, (vedi Le Iene) hanno dato ampio risalto a metodi sistematici di vendita telefonica, a dir poco sulla soglia della legalità se non disonesti.
La legge, tra l’altro, ha ristretto notevolmente i campi di azione dei call center impedendo questi ultimi di contattare persone iscritte nel “registro delle opposizioni” appositamente istituito, che sovente risulta essere inefficace ai fini delle chiamate continuando gli operatori a tartassare incessantemente i poveri “sventurati”.
Tra l’altro il “registro delle opposizioni” di recente è stato ampliato anche ai telefoni cellulari che, quindi, non potranno più essere contattati a scopo commerciale.
Naturalmente non tutti i call center operano nella illegalità. Infatti, soprattutto, a livello di vendita alle aziende, il discorso cambia totalmente avendo molti più potenziali acquirenti da poter gestire con un unico contatto.
La trasparenza, in questo caso può assumere un ruolo determinante ai fini della vendita.

A livello di vendita destinata ai residenziali, in realtà, sono pochi i call center che adottano chiarezza e trasparenza nei confronti dei potenziali clienti che, se fortunati, riescono a disdire per tempo il “contratto a distanza” stipulato in modo del tutto inconsapevole.
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