venerdì 13 aprile 2018

Lavoro e tecnologie

Il mondo del lavoro è in continua fibrillazione ed evoluzione. Non vi è dubbio che la tecnologia moderna abbia contribuito ad accorciare tempi e distanze. Infatti in una sola ora accade qualcosa di davvero stupefacente: vengono visualizzati 248 milioni di video attraverso YouTube, caricate 2,8 milioni di foto su Instagram, digitati 23,7 milioni di tweet e spesi 15 milioni e passa di dollari in ordini Amazon. Il tempo scorre molto più velocemente in rete rispetto ad una vita dai sistemi tradizionali. Ecco perché sarebbe importante snellire la burocrazia in modo da agevolare le classiche attività produttive e lavorative. I Centri per l’Impiego non funzionano e sono fin troppo farraginosi. Le loro tempistiche abnormi e l’efficacia delle politiche del lavoro pari a zero. E’ del tutto inutile raggirare gli indici Istat mediante l’applicazione di contratti a termine di ridottissima durata. E’ anche vero che gli attuali strumenti di comunicazione non rappresentano un ostacolo al lavoro, anzi ne agevolano lo svolgimento rendendolo più snello, più veloce e più preciso. Semmai, in taluni casi, le aziende richiedono un minor impiego di personale andando ad incidere sugli indici di occupazione in modo negativo. Ed è questo, in prospettiva il vero cruccio da superare nei prossimi anni. Il sempre meno impiego di ‘materiale umano’ accrescerà il desiderio di occupazione in buona parte del mondo. Ed anche le oasi ‘felici’, modello di occupazione, risentiranno del grado di tecnologia presente nel paese. Quindi il tema dell’evoluzione e della meccanizzazione dei processi produttivi quanto potrà spingersi oltre, considerando il fatto che internet è oramai un territorio fertile in cui si incrociano capacità personali, innovazione e rapidità comunicativa? E’ opportuno porsi tale interrogativo per non ridurre sul lastrico i lavoratori, che sempre meno nel tempo potranno garantire la propria manodopera e/o il proprio intelletto. Almeno che non si compia un notevole percorso ai fini della preparazione personale, tenendo fortemente in conto che nel lavoro telematico la concorrenza è molto più accresciuta rispetto ai canali tradizionali. Bisogna quindi aggiornarsi e farlo nel più breve tempo possibile. Gli ultimi governi stanno cercando di ridurre il gap derivante dalla mancata digitalizzazione in molti settori, ma questo consentirà nel breve volgere di qualche anno di non assumere più personale, o quantomeno di ridurne drasticamente le esigenze negli enti pubblici e privati. Questo è un campanello d’allarme che deve suonare alle orecchie dei governanti di tutto il globo, ma soprattutto alle orecchie di coloro i quali affrontano determinati studi che potrebbero essere superati da qui a qualche anno. Sarebbe bene guardare in prospettiva, cercando di anticipare le mosse, prima che sia troppo tardi.
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