venerdì 31 gennaio 2014

LA GRAVE SITUAZIONE DEL PAESE


Avevo deciso di non occuparmi più di politica. Ma come esentarsi da una situazione del genere? Credo sia dovere di ogni cittadino fornire il proprio contributo, affinché le sorti del Paese cambino rotta; una rotta che conduce ad una cascata senza ritorno. Ebbene oggi ci ritroviamo un governo a picco e le istituzioni che fanno solo il cattivo tempo. In tutto questo marasma, sottraggo sicuramente dalla gogna un movimento che è costituito da bravi e preparati cittadini che lottano e parlano con il cuore. Parlano a nome di tutti coloro i quali vogliono il cambiamento (in meglio) e non il peggioramento, o per meglio dire, l’aggravamento di un paziente (l’Italia) che rischia di entrare in coma finanziario. Già, l’alta finanza. Colei che ha distrutto i governi di molti paesi per opera di banche e personaggi affini, totalmente strafottenti ed indifferenti alle problematiche italiane (aziende e normali cittadini). E allora è arrivato finalmente il momento in cui vanno fatte distinzioni ben precise: i buoni dai cattivi, i lavoratori dai nullafacenti, i detrattori dai costruttori. Faccio chiaramente riferimento al Parlamento italiano. Fino a qualche mese fa (periodo antecedente alle elezioni) questa distinzione sarebbe risultata impossibile. Adesso il “sistema” presenta (era ora) una netta distinzione. Mi viene da sorridere quando si rimprovera ad Alessandro Di Battista ed al movimento di riferimento (M5S) di non essere “democratici”. A parte il fatto che, personalmente, ritengo significativa la frase: “gli italiani hanno fame!”; frase attribuibile a Di Battista, piuttosto che la parola “democrazia”. Democrazia è principalmente coerenza, e cioè, permettere a chiunque di esprimere la propria opinione, soprattutto in tema di riforme sulle quali poggerà le basi il prossimo Parlamento, ovvero nella nuova legislatura. Ebbene, tutto ciò non è avvenuto. Aggiungo che, per la teoria dell’alternanza, sarebbe giusto dare spazio alla democrazia diretta. A tutt’oggi i cittadini non contano nulla. Essi vengono totalmente emarginati ed abbandonati al proprio destino. “Sei disoccupato? Caro amico devi avere pazienza che forse un giorno, anzi sicuramente, troverai la giusta collocazione nel panorama lavorativo italiano”. Così ti rispondono piccoli e grandi dirigenti (siano essi locali o nazionali). Come a dire, veditela da solo che per quanto mi riguarda puoi schiattare. E allora come accettare ancora di essere presi per il culo da gentaglia senza scrupoli che bada solo alla propria poltrona? La situazione è molto grave ma solo noi cittadini per bene possiamo cambiarla, e finalmente, con una scelta, una vera alternativa ad un ventennio di governi nefasti ed inconcludenti. 


mercoledì 22 gennaio 2014

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