sabato 4 gennaio 2020
TOLO TOLO recensione
Il nuovo film di Checco Zalone fa storcere il naso, e non per il tema molto impegnativo ed attuale, ma per le modalità con le quali è stato realizzato. A cominciare dal trailer che lasciava presagire ben altra pellicola cinematografica: divertente e spregiudicata.
In realtà, a mio modesto avviso, si tratta di un docufilm costruito ad arte per smontare le premesse del trailer stesso e per smentire categoricamente i “sinistrorsi” che lasciavano intendere una propaganda a favore della destra, e quindi di Salvini.
Tutt’altro, semmai l’opposto! Dando una chiave di lettura politica il messaggio e le denunce esposte da Zalone vanno in una precisa direzione che è nettamente a favore degli immigrati e a sfavore delle azioni rivolte all’isolamento del Paese da questi ultimi. Francamente ho notato la forte mano della sinistra, avvalorata dalla presenza nel film di Niki Vendola.
Fermo restando che a me il film non è affatto piaciuto, anche per la presenza di un musical che ritengo essere del tutto inappropriato. Di comico ho visto davvero molto poco: battute forzate e inconcludenti. Per non parlare della trama molto fragile. Non mi soffermo sulla regia e su altri aspetti tecnici per i quali non ho alcuna competenza e sui quali non intendo esprimermi. Ma da telespettatore pagante credo di avere tutto il diritto di esprimere la mia opinione sugli aspetti che più mi interessano relativamente alle mie personali aspettative.
Ho visto una sorta di presunzione, una bramosia di onnipotenza da parte dell’attore che, avendo registrato ottimi risultati nei film precedenti, si riteneva oramai pronto a ironizzare anche sul tema dell’immigrazione, (cosa molto difficile da realizzare).
Ebbene non ci è riuscito in quanto ha messo nettamente in secondo piano le sue principali peculiarità, derivanti da una innata capacità di coinvolgere il pubblico in battute intelligenti, esilaranti e, a volte, strampalate.
Ad avvalorare quanto da me detto il fatto che la gente presente in sala è rimasta ammutolita per tutto il tempo: nessuna risata, nessun applauso. Notavo invece perplessità nei loro volti, evidente delusione.
La gente si aspettava tutt’altro e poco importa che la critica osanni il film di Zalone, cosa davvero inspiegabile! Come può un critico cinematografico serio mettere da parte il fatto che il comico non sia riuscito nell’intento di far svagare gli spettatori in sala il primo gennaio? Un comico, non più tale, che veste i panni di una sorta di giornalista “infiltrato” calato in una realtà che non gli appartiene.
I più attenti avranno anche notato le diverse sottolineature rivolte all’indirizzo di molti italiani: ignoranti, evasori fiscali, razzisti e superficiali.
Si qualcuno osserverà: “Checco ha realizzato il record di incassi!”. Ti credo! Con la “furbata” del trailer e della canzoncina orecchiabile, chiunque sarebbe corso al cinema senza alcuna esitazione (come ho fatto anche io del resto).
Un grande bluff! Costruito ad arte. A questo punto però, lo spettatore attento difficilmente si farà ingannare una seconda volta (io no per quanto mi riguarda). Inutile nascondere la realtà dei fatti: si è trattata di una gran presa per i fondelli (chiamiamola per quello che è).
Sconsiglio ai più di andarlo a vedere. Voto: 5.